Quanto erano bravi i pittori delle caverne

È difficile da ammettere se si pensa a quanti grandi pittori sono vissuti nei millenni che ci separano dai cosiddetti uomini delle caverne, eppure è così: gli artisti preistorici erano più bravi di quelli moderni. Non tanto dal punto di vista prettamente artistico, ma da quello tecnico: erano insuperabili nel rappresentare animali a quattro zampe in movimento. A dimostrarlo è lo studio di un team di ricercatori dell’Università ungherese di Eotvos (Budapest), apparso su Plos One.

I quadrupedi, quando camminano, trottano o galoppano, compiono una speciale sequenza di movimenti, difficile da apprezzare ad occhio nudo. Per averne testimonianza si è dovuta infatti aspettare la fine del 1800, quando il fotografo inglese Eadweard Muybridge effettuò una serie di riprese di animali in movimento utilizzando contemporaneamente ben 24 macchine fotografiche, svelando così al mondo il loro caratteristico schema motorio (qui una serie di immagini del fotografo).

Per testare la bravura dei pittori delle caverne, i ricercatori ungheresi hanno esaminato dipinti preistorici di animali come mucche, elefanti e cavalli, confrontando l’accuratezza con cui riportavano i movimenti degli animali con quella di opere moderne, realizzate prima dei lavori di Muybridge. Ebbene, gli artisti preistorici sono risultati migliori. In tutte le opere, antiche e moderne, le gambe degli animali risultavano infatti posizionate erroneamente, ma in quelle antiche il tasso di errore è risultato minore: il 46,2% contro l’83% di errori trovati in quelle moderne. Con i lavori di Muybridge la comprensione dei pattern motori dei quadrupedi è migliorata, ma non abbastanza da superare la bravura dei pittori preistorici. Analizzando opere realizzate dopo Muybridge il tasso di errori è risultato infatti essere del 57,9%, comunque superiore a quello degli antichi artisti.

Per quale motivo fossero così bravi non è però ancora chiaro: “Non sappiamo se queste differenze siano dovute a licenze artistiche o ad una mancata comprensione dei movimenti degli animali”, spiegano infatti gli autori dello studio.

Riferimenti e credits immagine: Plos One doi:10.1371/journal.pone.0049786

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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  • Interessante.

    Da notare pero' che l'andatura di un elefante e' minore di quella di un cavallo (ad esempio), quindi piu' facile da cogliere.

  • Forse gli uomini primitivi erano più bravi perché vedevano sempre ed esclusivamente quello: il movimento degli animali. Non c'erano molti altri movimenti a quei tempi.
    Ragion per cui erano diventati abilissimi nel dare senso a quella materia.
    A volte i ricercatori si perdono in un bicchier d'acqua.
    P.S.
    Ciao Simone, un salutone!!

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