Categorie: Società

Quanto posto c’è per le donne nel lavoro digitale?

Nel nostro paese il divario di genere nel mondo del lavoro è uno dei più alti in Europa. Secondo dati Istat relativi a maggio 2014 il tasso di occupazione femminile si attesta intorno al 46,3%, a fronte del 64,8% per quanto riguarda quello maschile. Dai settori del digitale e dell’innovazione tecnologica potrebbero arrivare però nuove opportunità. Proprio per sondare il livello di occupazione e di interesse femminile in questi campi, parte l’indagine on line Gender & Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), lanciata dall’European Centre for Woman and Technology, organizzazione non governativa che si occupa di promuovere l’inserimento delle donne nelle professioni high tech.

Per partecipare al sondaggio, il primo su scala globale che indaga questo tema, basta accedere entro il 30 settembre al sito genderandstem.org e compilare un breve questionario disponibile in inglese, francese e arabo. L’indagine è rivolto a uomini e donne maggiorenni di tutte le nazionalità, ma sono attese almeno 1.000 adesioni dal nostro paese.

Lo scopo è quello di indagare se, e come, gli studi tecnico-scientifici facilitino l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, e come venga percepita dagli uomini la “femminilizzazione” delle carriere in questi campi. In un report globale verrà quindi comparata la situazione dei paesi che hanno aderito, mentre per l’Italia sarà disponibile un rapporto relativo al tasso di occupazione delle donne nei settori tecnico-scientifici, su cui oggi mancano completamente dati affidabili.

L’idea è quella di offrire una fotografia della situazione italiana per facilitare future iniziative che avvicinino le donne al lavoro digitale. Una risorsa preziosa, considerando che nel nostro paese circa la metà delle lavoratrici lasciano la loro professione dopo il primo figlio, e le opportunità offerte dal mondo della tecnologia potrebbero aiutare a conciliare meglio vita lavorativa e privata.

Giulia Carosi

Dopo una laurea in Psicologia conseguita alla Sapienza Università di Roma abbandona l’idea di fare la ricercatrice per studiare un po’ di tutto e non tutto su poco. Si iscrive al Master in Comunicazione della Scienza della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste per imparare a raccontarlo.

 

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