Quei dipinti che non vedremo mai

Accontentiamoci di vederli in fotografia. Perché i dipinti che adornano le pareti delle tombe neolitiche  della valle di Bonorva (Sassari) in Sardegna resteranno sepolti sotto uno spesso strato di terra fino a data da destinarsi. Così ha deciso la Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Nuoro e Sassari dopo avere finanziato una campagna di scavi durata più di due anni e guidata dall’archeologo Francesco Sartor. Non è una prassi nuova per l’isola. Stesso destino hanno avuto nuraghi, domus de janas, pozzi sacri  sparsi un po’ in tutto il territorio e altri  ritrovamenti nella stessa zona. Un’area di 700 ettari denominata Tenuta Mariani che costeggia il Rio Santa Lucia nelle vicinanze del famoso sito archeologico di Sant’Andrea Priu.

E’ questo, secondo la Sovrintendenza, il sistema migliore e forse l’unico praticabile per tutelare rinvenimenti archeologici eccezionali come la “Tomba n. 7 di Sa Pala Larga. Che appare completamente dipinta, con sette spirali rosso e ocra che si rincorrono lungo le pareti per quasi un metro e il soffitto decorato in blu e bianco e con un motivo a scacchiera.  A rivelarlo fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori è stato il gestore di un agriturismo della zona, Antonello Porcu, che ha fotografato l’interno della tomba prima che l’accesso fosse richiuso con un pietrone e coperto di terra. Le immagini che qui vi proponiamo sono state pubblicate su  www.stonepages.com, il portale dedicato ai siti megaliti curato da Paola Arosio e Diego Meozzi. I due giornalisti hanno anche lanciato un appello per convincere la Sovrintendenza  a intervenire attivamente nella conservazione del sito – minacciato, secondo alcune segnalazioni, da infiltrazioni salmastre – e a renderlo fruibile al pubblico (sul sito internet l’indirizzo a cui inviare le proteste).

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