Quel farmaco era un rifiuto

    Associare la realizzazione di un farmaco alla tutela ambientale potrebbe sembrare un’idea bizzarra. Ma è quanto sono riusciti a ottenere i ricercatori dell’Università della Florida: per trasformare agenti chimici nocivi in sostanze utili alla sintesi di medicinali gli studiosi hanno utilizzato il batterio Pseudomonas putida, naturalmente presente nel terreno. Si è visto che nutrendo il microrganismo con rifiuti chimici o industriali, come per esempio il benzene, si ottengono dai suoi scarti composti preziosi che possono successivamente essere usati nella sintesi di laboratorio dei farmaci. “Trasformando i rifiuti in qualcosa di utile riusciremo a guadagnare a partire dall’immondizia”, afferma Tomas Hudlicky, capo del gruppo di ricerca. La “chimica verde” – così gli scienziati americani definiscono il loro procedimento – consentirà alle case farmaceutiche la produzione di molecole sintetiche, in molti casi di qualità superiore a quelli naturali, e allo stesso tempo il riciclo di sostanze dannose per l’ambiente. Evitando, contemporaneamente, che quegli inquinanti raggiungano il suolo.(l.g.)

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