Categorie: SocietàVita

Quel legame tra emicrania e stipendi bassi

Il 10-15% della popolazione mondiale soffre di emicrania, e uno studio appena pubblicato sulla rivista Neurology suggerisce che il disturbo sia più comune tra le persone con reddito basso. Una correlazione infelice, che ha spinto i ricercatori del gruppo di Walter F. Stewart dello Sutter Health a indagare meglio la questione, per capire se l’emicrania fosse la causa o la conseguenza di uno status sociale inferiore, in termini di reddito familiare.

Il dubbio al quale gli scienziati hanno voluto dare risposta, infatti, era comprendere se fosse l’emicrania stessa a frenare i traguardi lavorativi di chi ne soffre, o se siano lo stress e i limiti stessi imposti da un reddito basso a limitare l’accesso alle cure e ai medicinali, inducendo le persone a convivere col disturbo.

Per rispondere alla domanda è stato analizzato un campione di quasi 163.000 persone d’età uguale o superiore ai 12 anni, che ha fornito informazioni dettagliate sulla propria personale esperienza con l’emicrania, spiegando a quanti anni avevano iniziato a soffrirne e quali fossero le modalità degli episodi. Inoltre, a tutti i partecipanti è stato chiesto di dare chiare indicazioni riguardo al proprio reddito familiare, che veniva definito basso se si manteneva sotto i 22.500 dollari (circa 17 mila euro) annui, ed elevato se invece superava i 60.000 dollari (circa 45 mila euro).

I dati forniti dagli intervistati hanno dimostrato che la percentuale di persone che soffre di emicrania aumenta al diminuire del reddito. Tra le donne d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, ad esempio, il 20% di quelle con reddito alto soffriva di emicrania, parallelamente al 29% e al 37% di quelle che invece avevano rispettivamente un reddito medio o basso.

Sul fronte maschile, invece, le percentuali di incidenza dell’emicrania sono risultate decisamente inferiori, ma ugualmente significative per stabilire una correlazione: il 5% degli uomini con reddito elevato ha dichiarato di soffrire regolarmente di emicrania, con un crescente 8% nel caso di quelli con reddito medio e il 13% di quelli con reddito basso.

L’elemento chiave sul quale i ricercatori si sono concentrati, tuttavia, non è stato l’insorgere dell’emicrania quanto il tasso con il quale gli episodi diventavano nel tempo meno frequenti, oppure scomparivano del tutto. In tutti i casi in cui i pazienti smettevano di soffrirne, il miglioramento avveniva a prescindere dal reddito, smentendo la possibilità che questo fosse la causa primaria.

Secondo gli autori, dunque, è possibile che l’inizio del disturbo sia causato da una motivazione differente da quella che invece lo porta poi a diminuire o scomparire. Anche adattando alle percentuali altri fattori significativi come razza, età e sesso, i risultati sono rimasti invariati, supportando la teoria generica secondo la quale lo stress associato a un reddito basso svolge comunque un ruolo importante nella comparsa e nel progredire dell’emicrania. Capire qual è nello specifico il fattore che collega i due elementi, potrebbe rivelarsi in futuro il fattore chiave per sviluppare tecniche di prevenzione.

Riferimenti: American Academy of Neurology 

Credits immagine: Queen Roly/Flickr 

Eleonora Degano

Est modus in rebus (forse)Con alle spalle la maturità classica e una laurea in Biologia e biodiversità degli ecosistemi, ha frequentato il Master in Giornalismo Scientifico Digitale alla SISSA di Trieste. Fotografa amatoriale, lettrice seriale, ogni occasione è buona per fare le valigie e partire. Quando è ispirata scrive di scienza (e non solo) sul suo blog.Su Twitter è @Eleonoraseeing.

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