“Quella scimmia è una persona”

Gorilla, orangutan e scimpanzé potrebbero essere i primi animali ad acquisire dei diritti legali. In questi giorni, il parlamento neozelandese sta discutendo la proposta avanzata da 38 scienziati, giuristi e filosofi di riconoscere i grandi primati non umani come soggetti portatori di diritti fondamentali: diritto alla vita, a non subire trattamenti crudeli o degradanti e a non prendere parte a esperimenti che non siano benigni. L’iniziativa rientra nell’ambito di un progetto internazionale noto come “Great Ape Project” e si basa sulle similitudini genetiche e cognitive che esisterebbero tra gli uomini e gli altri grandi primati. Gorilla, orangutan e scimpanzé, affermano i sostenitori del progetto, hanno chiari indici di umanità: sono coscienti della propria personalità, differiscono caratterialmente l’uno dall’altro, sono intelligenti e hanno rudimentali abilità linguistiche. La proposta, che potrebbe tradursi in legge nei prossimi giorni, non avrebbe comunque grande impatto in Nuova Zelanda, dove non vi è mai stata sperimentazione sulle scimmie e i ventotto scimpanzè e i sei orangutan che vivono lì sono ben assistiti. Ma potrebbe costituire un importante precedente sul piano internazionale e avere conseguenze in altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti, dove circa 1700 scimmie sono utilizzate per esperimenti, in particolare per testare i vaccini anti Hiv. (m.b.)

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