Ratti per studiare il cancro

Si chiamano ratti knock-out. Sono animali da laboratorio la cui nascita è stata salutata con entusiasmo dai ricercatori di tutto il mondo come valido strumento per la lotta contro il cancro. Così come si fa da alcuni anni per i topi, nei ratti “ko” sono stati alterati alcuni geni che conferiscono loro caratteristiche fondamentali per capire come agisce e prolifera un tumore. Si tratta di un risultato importante poiché i ratti prima ancora che i topi, hanno una fisiologia molto simile a quella umana. Nel caso specifico, i primi ratti “ko” che hanno visto la luce sono privi di quel gene che nell’essere umano è correlato al tumore alla mammella: studiando ratti senza i geni brca1 o brca2, la cui presenza nell’essere umano è in relazione al rischio di sviluppare il cancro, si potranno trarre importanti informazioni sulla funzione stessa di questi geni nel causare la patologia. “La nostra speranza”, ha dichiarato Michael Gould dell’Università di Wisconsin-Madison, creatore dei topi, “è quella di sviluppare un modello animale per la prevenzione e la cura del cancro nell’essere umano”. (s.l.)

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