Reazioni da Nobel

    Vince il Nobel uno dei pionieri della chimica delle superfici. È il tedesco Gerhard Ertl del Max Plank Institut, insignito dalla Reale Accademia svedese proprio nel giorno del suo 71mo compleanno, per aver fornito “la dettagliata descrizione di come avvengono le reazioni chimiche sulle superfici e aver gettato così le basi della moderna chimica delle superfici”.

    I suoi studi, iniziati negli anni Sessanta, hanno permesso di comprendere alcuni processi alla base di molte applicazioni industriali, come il funzionamento delle celle a combustibile e le reazioni che avvengono nei catalizzatori delle automobili. Anche i fertilizzanti artificiali e i semiconduttori devono la loro esistenza alla chimica delle superfici, una disciplina in grado di spiegare dalla formazione della ruggine a quella del buco dell’ozono. Il fatto è che i processi su cui si basano questi fenomeni sono di natura catalitica, ossia si tratta di reazioni chimiche la cui velocità  può essere modificata dall’intervento di una sostanza che fa, appunto, da catalizzatore. In campo industriale questo controllo può significare un aumento sensibile della velocità di reazione con evidenti vantaggi economici e di tempo.

    Lo scienziato tedesco fu tra i primi ad avere individuato le enormi potenzialità del settore. Nel corso degli anni riuscì a sviluppare una metodologia sperimentale basata su una combinazione di tecniche diverse. “Le reazioni chimiche che avvengono sulle superfici non sono uniformi, ma dipendono dalle condizioni sperimentali e durante una reazione possono svilupparsi un gran numero di strutture superficiali”, ha spiegato Friedrich Esch, ricercatore dell’Istituto nazionale per la fisica della materia (Infm-Cnr), che fu allievo del Nobel. “Ertl è stato uno dei padri della scienza delle superfici e fu tra i primi a studiare le reazioni di catalisi in modo controllato”, ha aggiunto Alberto Morgante docente dell’Università di Trieste e associato del laboratorio Task dell’Infm, che ha collaborato con Ertl: “in condizioni particolari dette ‘i ultra-alto-vuoto’, Ertl riuscì a seguire il processo chimico passo per passo”. Grazie ai suoi studi, i ricercatori sono oggi in grado individuare i punti cruciali delle catalisi e ‘gli ingredienti da aggiungere’ per implementare al massimo la velocità del processo, invece che limitarsi a verificare cosa accade all’inizio e alla fine della reazione. (g.d.o.)

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