Ricerca d'Italia

Ecco come respirano i batteri nell’intestino

(Credits: Wellcome Images/Flickr CC)

(Cnr) – Grazie alle loro notevoli capacità di adattamento, i batteri riescono a vivere in ambienti molto ostili, come l’intestino umano dove la loro sopravvivenza è facilitata dal citocromo bd, un enzima molto diffuso che permette a questi microrganismi di consumare ossigeno anche in presenza di elevate concentrazioni di acido solfidrico. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Ibpm – Cnr), in collaborazione le Università di Roma ‘La Sapienza’, Mosca, Lisbona, Sheffield e dell’Hospital for sick children di Toronto. I risultati sono pubblicati sulla rivista Scientific Reports del gruppo editoriale ‘Nature’.

“L’acido solfidrico (H2S) è una piccola molecola gassosa prodotta dai batteri in quantità elevate nel nostro intestino, facilmente riconoscibile dall’odore acre”, spiega Giuffrè, ricercatore Ibpm-Cnr, coordinatore dello studio. “Ed è un potente inibitore della respirazione cellulare in grado di bloccare l’enzima responsabile del consumo di ossigeno nelle cellule umane. L’obiettivo del nostro studio era verificare l’ipotesi che alcuni enzimi aiutino i tantissimi batteri presenti nel nostro organismo a produrre energia e a sopravvivere, talvolta con dannose conseguenze per la salute umana, nonostante la presenza dell’acido”.

Attraverso lo studio condotto sul battere modello per eccellenza Escherichia coli, molto diffuso anche nell’organismo umano, il team di ricerca ha scoperto che proprio uno dei due enzimi che permettono al battere di respirare ossigeno, il citocromo bd, è resistente all’acido solfidrico. “L’enzima, presente solo in organismi procariotici come i batteri, permette a questi ultimi di consumare ossigeno e di crescere anche in ambienti ricchi di solfuri, come il nostro intestino”, precisa il ricercatore dell’Ibpm-Cnr.

Ad oggi non si conoscono ancora farmaci in grado di inibire il citocromo bd. “Lo scorso mese è stata pubblicata su Science dal premio Nobel Hartmut Michel la struttura cristallografica del primo citocromo bd”, conclude Giuffrè. “Ciò permetterà di combinare approcci computazionali e sperimentali mirati all’identificazione di inibitori efficaci e selettivi che aprano la strada allo sviluppo di antibiotici di nuova generazione”.

Riferimenti: The Terminal Oxidase Cytochrome bd Promotes Sulfide-resistant Bacterial Respiration and Growth; Elena Forte, Vitaliy B. Borisov, Micol Falabella, Henrique G. Colaço, Mariana Tinajero-Trejo, Robert K. Poole, João B. Vicente, Paolo Sarti & Alessandro Giuffrè; Scientific Reports

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

3 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

6 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più