Per valutare il lavoro e la produttività dei ricercatori esiste un nuovo sistema, che permetterà anche, per la prima volta, di confrontare i risultati di campi scientifici diversi. Lo hanno trovato Claudio Castellano, dell’Istituto nazionale di fisica per la materia (Infm-Cr), e Filippo Radicchi e Santo Fortunato della Fondazione Isi, che spiegano il loro metodo statistico su Pnas (Proceedings of the National Academy of Science), in un articolo apparso lo scorso 24 ottobre.
L’analisi del numero di pubblicazioni e di citazioni per autore è oggi uno degli strumenti maggiormente usati per valutare il curriculum e l’impact factor degli scienziati di un dato settore. Ma è stato finora quasi impossibile un confronto tra ricercatori appartenenti a settori differenti. Ogni disciplina ha infatti proprie “abitudini”, per cui le regole e la frequenza con cui gli articoli vengono selezionati, pubblicati dalle riviste scientifiche e citati in altri studi sono uniche. Paragonare quindi la produttività di un economista con quella di un biochimico o un ingegnere sulla base di pubblicazioni e citazioni è stato finora impossibile. Il nuovo sistema, che normalizza i valori di ogni disciplina con un sofisticato metodo statistico, rende invece raffrontabile il valore di articoli e ricerche pubblicate in campi diversi della scienza e, secondo i tre ricercatori, gli enti stessi potranno in futuro essere confrontati a seconda della produttività complessiva dei loro ricercatori.
L’applicazione del metodo ha anche portato alla luce un fenomeno inaspettato: gli articoli delle varie discipline hanno tutti la stessa probabilità di essere citati, indipendente dal settore. Esisterebbe quindi un “ordine”, una relazione che lega l’importanza degli articoli scientifici, che non varia al variare della disciplina: “Il peso di una ricerca esce dal settore di origine e acquista un valore oggettivo”, commenta Castellano, “il sistema garantisce così pari opportunità di accesso a carriere e fondi a tutti i ricercatori”. Se applicato, il metodo consentirà di valutare gli scienziati per il merito e non l’appartenenza a settori prodighi di pubblicazioni e citazioni. (v.s.)