Ritorno al solare

L’energia solare è la più antica forma di energia usata dall’essere umano. Eppure, nonostante la sua storia millenaria, delle sue applicazioni oggi si parla solo al futuro. “Il nostro paese è pieno di segni incisi sul territorio che testimoniano l’uso dell’energia solare”, spiega Cesare Silvi, responsabile del gruppo per la storia dell’energia solare (Gses), “bisognerebbe solo saperli riconoscere e riappropriarsi di una tradizione antica”. La storia sarà al centro di una delle due sessioni speciali del congresso dell’International Solar Energy Society (Orlando, 6-12 agosto) – che quest’anno festeggia i 50 anni dalla prima assise -, occasione in cui il Gses presenterà cinque memorie sulla tradizione italiana in questo settore. E alla storia del solare sarà dedicato anche il dossier del numero di agosto di “Sapere”. Dott. Silvi, perché è importante affrontare il tema dell’energia solare con gli occhi della storia?“Prima di 200 anni fa l’unica fonte di energia, diretta o indiretta, era il Sole. Basti pensare al vetro e all’uso che da millenni se ne fa per sfruttare il calore dei raggi solari, alla disposizione degli edifici che nell’antichità non poteva prescindere dall’orientamento rispetto al Sole, ai reticoli stradali di alcuni centri abitati disegnati secondo lo stesso principio. Poi è arrivato il petrolio, ed è come se avessimo perso la memoria. Per questo, in un momento in cui l’energia è diventata un bene prezioso, è importante ricordare che c’è un’alternativa ai combustibili fossili. Un’alternativa pratica, che in passato si usava e che si potrebbe ancora usare, a patto di cambiare mentalità”.In che senso?“Con l’avvento dell’era del petrolio è cambiato il modo in cui l’essere umano ha modificato il suo ambiente. Prendiamo le città: la storia dell’energia solare ci insegna che per risparmiare energia le città devono essere compatte e che gli edifici non possono essere costruiti non tenendo conto di dove batte il Sole e che devono essere isolati termicamente. Se guardiamo le città moderne invece ci accorgiamo che sono costruite pensando di potersi muovere ogni giorno per chilometri e chilometri, una possibilità garantita solo dal petrolio”.Qual è la tradizione dell’Italia nella ricerca sull’energia solare?“L’Italia è stata la patria di molti pionieri dell’energia solare. Negli anni Cinquanta Giorgio Nebbia a Bari si occupò della dissalazione delle acque salmastre mettendo a punto un innovativo distillatore solare; nei primi anni Sessanta Giovanni Francia svolse ricerche di risonanza mondiale presso l’Università di Genova, con il sostegno della Nato e del Cnr, che portarono allo sviluppo teorico, la costruzione e la sperimentazione di sistemi solari a concentrazione per l’ottenimento di vapore ad alte temperature. Lo stesso Francia, già nel 1974, aveva preannunciato il surriscaldamento globale sulla base di semplici deduzioni a partire dalla teoria del calore”.La ricerca pionieristica italiana ha dato poi anche dei frutti?“Si, ma a coglierli sono state altre nazioni più interessate di noi allo sviluppo di una tecnologia solare. Alcune idee di Francia, come il concentratore di energia solare frammentato in specchi, sono ora dei prototipi realizzati in Australia o in alcune nazioni europee, non in Italia”.Cosa sta facendo quindi il Gses per promuovere una nuova cultura del solare in Italia ?“Per prima cosa pensiamo sia fondamentale salvare gli archivi di chi ha lavorato con tanta passione a questo campo di ricerche, primi fra tutti i già citati Francia e Nebbia. In questo senso, grazie alla collaborazione con la Fondazione Micheletti, è stato possibile catalogare l’archivio di Nebbia. A Brescia sta nascendo un museo dell’industria e del lavoro dove, oltre a una parte espositiva, sarà possibile consultare anche questa documentazione. In questi giorni poi si è avuta la notizia che anche gli eredi di Francia hanno donato l’archivio dello scienziato e presto dovremo impegnarci per una sua catalogazione. La seconda attività invece è itinerante: una mostra che si intitola “L’energia solare dal passato al futuro” che di città in città mostra i segni dell’uso passato dell’energia solare e immagina ciò che si potrà fare in futuro”.Ma per il futuro lei è ottimista?“Negli ultimi 50 anni i progressi nella ricerca scientifica ci hanno consentito di scoprire molte caratteristiche dell’energia solare. Oggi sappiamo misurare quanta energia c’è in 1 metro quadrato irradiato dal Sole, sappiamo come è fatta la radiazione solare, sappiamo costruire celle solari. Data la mole di conoscenze, l’uso dell’energia solare è sicuramente a portata di mano. Basta volerlo”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here