Roditore extra-large

Un roditore grande come un bisonte si aggirava sulle rive dei fiumi venezuelani nel Miocene Superiore, circa dieci milioni di anni fa. I resti fossili del Phoberomys pattersoni, un roditore gigante della famiglia dei Caviomorpha, sono stati portati alla luce e analizzati da ricercatori dell’Università di Tubinga (Germania) e della Universidad Nacional Experimental Francisco de Mirando (Venezuela). In un articolo pubblicato su Science, Marcelo R. Sánchez-Villagra e colleghi descrivono l’animale preistorico e le sue abitudini di vita. “Immaginate un’enorme cavia”, spiega Sánchez-Villagra, “con una lunga coda per bilanciarsi sulle zampe posteriori e denti che crescono in continuazione. Era semiacquatico, e probabilmente pascolava sulle rive dei fiumi”. Secondo i ricercatori, il Phoberomys pattersoni viveva in un paesaggio lussureggiante e tropicale, popolato da tartarughe giganti, pesci-gatto e coccodrilli. Uno scenario coerente con la teoria secondo la quale un grande fiume, il paleo Orinoco-Amazzoni, scorreva parallelamente alla cordigliera delle Ande e attraverso Urumaco, nello Stato del Falcone (a 400 Km dall’odierna Caracas). Phoberomys pattersoni era alto 1,3 metri e lungo 3. Un colosso spazzato via dall’evoluzione? “Il fossile del roditore gigante,” spiega R. McNeill Alexander, della University of Leeds (Gb), in un articolo di accompagnamento, “solleva domande fenomenali a proposito delle restrizioni che l’evoluzione pone sulla taglia degli animali”. Forse, ipotizza il ricercatore, il grande Phoberomys era troppo lento e goffo per sopravvivere ai propri nemici naturali. (f.n.)

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