Rotavirus, un killer che si può fermare

Ci sono virus di cui si parla poco ma che mietono molte vittime, soprattutto fra i più piccoli. Uno di questi è il rotavirus, responsabile della morte di 453mila bambini sotto i cinque anni nel 2008, sebbene esista un vaccino. Gli ultimi dati disponibili sono stati pubblicati nella versione online di Lancet Infectious Diseases dai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta. Il rotavirus attacca l’apparato gastrointestinale, provoca diarrea e la conseguente disidratazione: una condizione che in alcuni paesi in via di sviluppo è molto pericolosa e può portare alla morte. Non a caso a pagare il tributo più alto al virus sono la Repubblica democratica del Congo, l’Etiopia, l’India, la Nigeria e il Pakistan. Qui muore più della metà delle vittime del rotavirus; solo in India, nel 2008, i decessi registrati sono stati 98621, il 22 per cento del totale.

“Il rotavirus aderisce all’apparato gastrointestinale, infetta la superficie delle cellule dei villi nell’intestino tenue e successivamente si diffonde lungo l’intero intestino”, spiega Elisabetta Franco, ordinario di Igiene dell’Università di Roma Tor Vergata. “La diarrea è la conseguenza della perdita di superficie di assorbimento e del flusso di acqua e di elettroliti nella zona danneggiata. Il danno è reversibile, ma la diarrea non si arresta fino alla rigenerazione dei villi”. Ecco perché il maggior rischio associato all’infezione è la disidratazione, tanto più pericolosa in un organismo piccolo: “la percentuale di acqua nel bambino è molto più alta e in poche ore si può disidratare andando incontro a gravi complicanze”, aggiunge Franco. Al rotavirus si deve il 37% delle morti da diarrea, che rappresenta il 5% dei totale dei decessi di bambini sotto i 5 anni.

L’infezione colpisce in tutto il mondo, ma il 93 per cento delle morti avviene in Asia e Africa. Un problema di condizioni igieniche – il virus è molto contagioso e può sopravvivere a lungo nell’ambiente – ma anche di scarsa adozione dei vaccini. La maggior parte delle regioni in cui è disponibile, infatti, appartiene al mondo  industrializzato, come sottolinea l’articolo su Lancet Infectious Diseases, mentre le campagne vaccinali sono ancora poco presenti nei paesi in via di sviluppo. Ora ci si aspetta che il cofinanziamento da parte della Gavi Alliance per la distribuzione del vaccino giochi un ruolo importante nella riduzione della mortalità da diarrea associata all’infezione da rotavirus, come hanno sottolineato gli autori.

Sebbene meno dello 0,5% delle morti avvenga nei cosiddetti paesi industrializzati, dove il livello delle condizioni igieniche e di assistenza sanitaria sono mediamente alti, anche in questa parte del pianeta l’infezione da rotavirus è responsabile di migliaia di ricoveri e centinaia di decessi tra i bambini. In Europa, ogni anno si verificano 3,6 milioni di episodi da rotavirus, 87mila bambini devono essere ricoverati e 231 muoiono. “Attualmente sono due i vaccini a nostra disposizione, da somministrare in due o tre dosi a seconda del vaccino”, spiega ancora Franco. “A differenze degli altri che sono iniettivi, questi vaccini si assumono per via orale. Il loro profilo di sicurezza è alto e nei trial hanno dimostrato un’efficacia di oltre il 90% contro i casi più gravi di gastroenterite da rotavirus”.

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