Categorie: Ambiente

Salva le specie con un trasloco

Vi immaginate i draghi di Komodo o gli elefanti abitare l’Australia anziché l’Indonesia e l’Africa? Suona abbastanza strano, e, almeno per ora, vederli gironzolare su terra australiana è quanto meno improbabile, ma nei prossimi anni potrebbero comunque arrivarci. Come? Per migrazione assistita: ovvero trasportati dall’essere umano, nel tentativo così di combattere gli incendi che negli ultimi tempi stanno distruggendo quelle terre, o solo per ristabilire l’equilibrio ecologico, come sostiene David Bowman della University of Tasmania (Australia) su Nature. Gli elefanti potrebbero infatti ridurre la vegetazione che spesso alimenta gli incendi in modo naturale  – mangiandosela – mentre i draghi di Komodo potrebbero diminuire (sempre mangiando) il numero di feroci bufali e maiali che le autorità australiane non riescono a controllare. 

L’idea della migrazione assistita, però, come spiega Wired.com, è più di una discussa pratica per combattere in modo (quasi) naturale problematiche quali gli incendi. Potrebbe essere, per esempio, una strategia per salvare specie in pericolo. Anche se nel momento in cui si considera di far traslocare un animale da un luogo all’altro vanno tenuti bene a mente i pericoli che ne possono derivare. Se infatti animali come la trota fario e i fagiani si sono ben adattati nel Nord America, gli esempi contrari non mancano: basti pensare alle invasioni indesiderate del rospo delle canne (originario dell’America) in Australia, o a quella dei  pitoni Burmese in Florida (provenienti dal sudest asiatico). 

Quello degli elefanti e dei draghi di Komodo in Australia non è però l’unico suggerimento per pratiche di migrazione assistita. Ecco allora che c’è chi vorrebbe far somigliare le grandi pianure d’America alle savane africane, riportando animali della megafauna persa migliaia di anni fa. O chi pensa a trasferire gli orsi polari nell’Antartide, privo però di grandi predatori. Così che i pinguini finirebbero nelle mani degli orsi, che presto rimarrebbero soli. E ancora i lemuri che il miliardario Richard Branson vorrebbe salvare dall’estinzione che li minaccia in Madagascar portandoli nella sua isola (comprata) nei Caraibi, Moskito, con rischio però di minare gli equilibri locali. Ma i progetti di migrazione assistita riguardano anche le piante, come la conifera sempreverde Torreya taxifolia di cui rimangono ormai pochi esemplari lungo le rive del fiume Apalachicola, in Florida, e recentemente diffusa nelle zone più a sud, nella speranza di aumentarne la diffusione. 

Cosa ne penserebbe Darwin di queste intromissioni umane? Forse sarebbe d’accordo, visto che fu proprio lui a rivolgersi al governatore delle Isole Mauritius per mettere al riparo dall’estinzione alcune tartarughe giganti dell’Oceano Indiano. Trasferendole.

via wired.it 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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