“Salvate quelle mucche”

Innalzando cartelli e striscioni con gli slogan “Rinuncia alla tua pelle” e “Non indossare una mucca indiana”, questa mattina un gruppo di attivisti della PeTA (People for the Ethical Treatment of Animals) ha occupato la sede Ambasciata indiana a Roma. Obiettivo: protestare contro il traffico di pelli bovine, che provocherebbe ogni anno la sofferenza e la morte di centinaia di milioni di mucche indiane. La domanda internazionale di pellame a basso prezzo ha infatti dato vita a un fiorente mercato, che alimenta anche la produzione degli stilisti “Made in Italy”. Un affare ai limiti della legalità, perché in India le mucche vengono considerate sacre ed è illegale macellarle. E così – denuciano gli animalisti – i commercianti di pelli corrompono i doganieri per far passare gli animali attraverso le frontiere nelle ore notturne. Le mucche e i vitelli, acquistati sotto la falsa promessa che vivranno in fattorie di campagna, vengono quindi fatti camminare per giorni fino ad arrivare al macello, violando così la Costituzione dell’India. “Agli animali che non riescono a camminare per la stanchezza, viene spalmata negli occhi una mistura di tabacco e peperoncino per dargli la forza di continuare”, spiega Walter Caporale, rappresentante italiano della PeTA, che ha capeggiato il blitz all’interno dell’Ambasciata. Gli animalisti hanno chiesto di incontrare l’ambasciatore indiano in Italia, che si è impegnato a riceverli nelle prossime settimane. (m.b.)

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