Salvati da un palmare

Computer palmari, notebook, telefonini satellitari. Non è l’ultima linea di prodotti di un’azienda specializzata in elettronica di consumo. Bensì gli strumenti chiave di un progetto dell’Agenzia spaziale europea (Esa) per la medicina di emergenza. L’idea di Deltass (acronimo di Disaster Emergency Logistics Telemedicine Advanced Satellites System), questo il nome del progetto, è nata dopo gli episodi dell’11 settembre 2001 e le alluvioni che la scorsa estate hanno colpito l’Europa. Due eventi che avrebbero potuto registrare un numero inferiore di morti se i soccorritori (vigili del fuoco, medici e così via) avessero avuto la possibilità di comunicare e di operare con mezzi tecnologicamente più evoluti. Come quelli previsti dal progetto sviluppato dall’Esa in collaborazione con Alcatel, con l’Istituto francese per la fisiologia e la medicina spaziale e altre agenzie nazionali europee che si occupano di telemedicina e primo intervento. Anche se non ancora pronto (la sua messa a punto definitiva è attesa per la fine dell’anno), Deltass ha già ricevuto molti consensi. Tanto da far dire agli stessi Stati Uniti che in caso di un attacco terroristico o di un evento climatico estremo il Vecchio Continente sarebbe più pronto dell’America a soccorrere le vittime. Il sistema è stato testato per la prima volta lo scorso 7 novembre a Ulm, in Germania. Nel tentativo di simulare un disastro, la cittadina tedesca è stata isolata dalle linee elettriche e telefoniche. Ma le operazioni di Deltass, comprese quelle di operare virtualmente un ipotetico paziente in collegamento con un ospedale di Berlino, hanno avuto successo. L’asso nella manica di una squadra di soccorso munita dell’equipaggiamento Deltass è la possibilità di comunicare anche quando i consueti mezzi di comunicazione e la rete elettrica sono fuori uso. Dopo aver localizzato la vittima, si inseriscono in un computer palmare i suoi dati personali, la mappa del luogo in cui si trova (grazie al sistema di localizzazione Gps, Global Positioning System) e il livello di urgenza dell’evacuazione. Successivamente, le informazioni vengono inviate agli ospedali da campo, situati vicino alla zona del disastro, attraverso una connessione resa possibile da un telefonino satellitare Globalstar. Arrivato sul luogo dove si trova la vittima grazie alle indicazioni del sistema Gps, l’equipaggio di un’ambulanza Deltass registra importanti informazioni sullo stato del paziente (elettrocardiogramma, pressione sanguigna, battito cardiaco) inserendole in una workstation, una sorta di computer portatile dotato di una connessione satellitare. Vengono raccolte anche immagini digitali delle ferite del paziente e il tutto viene trasmesso all’ospedale da campo. A questo punto entra in gioco il WinVicos, un sistema di videocomunicazione interattiva, anch’esso sviluppato in Europa. Grazie a questo gioiello della tecnologia, il medico dell’ospedale da campo può mettersi in contatto per un consulto con un chirurgo che si trova in un qualsiasi ospedale del mondo e mostrargli in tempo reale le immagini, sia fisse che in movimento, del paziente. In questo caso le informazioni giungono agli ospedali lontani dal luogo del disastro grazie al sistema satellitare geosincrono di Eutelsat. “L’aspetto interessante di Deltass”, ha dichiarato alla rivista Wired il manager del progetto Francesco Feliciani, “è che ci permette di seguire il paziente dal primo contatto con il team di soccorso fino a un’eventuale operazione attraverso una catena complessa di eventi che caratterizzano la diagnosi e la terapia di intervento”.

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