La spesa sanitaria pubblica salirà nel 2004 a quota 6,5 miliardi di euro. E questo secondo le previsioni più ottimistiche. Uno studio del Ceis, il Centro di Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo dell’Università “Tor Vergata” di Roma, ha indagato sullo stato della sanità in Italia e sulle relazioni tra spesa sanitaria pubblica e privata, anche in relazione con gli interventi “politici” adottati dal 1997 a oggi. Dallo studio, presentato a Roma, emerge che la spesa sanitaria media delle famiglie italiane nel 2003 è di 60 euro, mentre il rapporto tra spesa privata e pubblica è passato dal 20 al 30 per cento, con svantaggi in particolare per i nuclei con un solo componente e gli anziani, la cui spesa procapite è passata, da 87 euro del 1997 a 116 nel 2001. Svantaggiate inoltre le famiglie più povere – l’aumento per loro è stato del 9 per cento – e le classi più elevate, con una spesa lievitata del 14 per cento. Il Ceis ha anche rilevato una differenza geografica che penalizza il Nord-Est e il Centro, con rincari del 17 per cento circa, mentre il resto dell’Italia si ferma sul 5 per cento. Luigi Paganetto, presidente del Ceis, ha puntato il dito sulla mancanza di investimenti nella sanità del nostro Paese: “Se è vero che la produttività in questo settore cresce poco rispetto ai costi, serve un margine di spesa più elevato in modo da assicurare prestazioni adeguate”. (c.f.)