Ambiente

Il nuovo satellite che rivoluzionerà la previsioni del tempo

(Credits: Gianluca Casponi)


Si chiama Goes-R il nuovo satellite lanciato dalla Nasa lo scorso 19 novembre e che rivoluzionerà le previsioni del tempo sul Nord America. Si tratta di uno strumento dotato di tecnologia avanzatissima che servirà a monitorare sia la Terra, attraverso la rilevazione dei fenomeni atmosferici che il Sole, attraverso sensori dedicati all’osservazione dell’attività della nostra stella. Il tutto con una velocità cinque volte maggiore rispetto al passato. Il suo scopo operativo sarà la previsione, soprattutto, dei fenomeni violenti, anche attraverso la “lettura” dei fulmini all’interno delle nubi temporalesche.

Goes-R sarà posizionato in orbita geostazionaria, a circa 36.000 km. L’acronimo “Goes” significa infatti “Geostationary operational environmental satellites”. Si usa il plurale perché il satellite appena lanciato fa parte di un programma cominciato nel 1975 con Goes-1. Il nuovo strumento, tra circa un anno, una volta completati i test di validazione dei propri sensori, entrerà in piena operatività a assumerà la denominazione di Goes-16.

Una delle agenzie che più sta aspettando con ansia l’entrata in servizio del satellite è la statunitense Noaa (National oceanic and atmospheric administration). “Finalmente” ha detto Kathryn Sullivan, amministratore del Nooa “stiamo per avere a disposizione uno degli strumenti più avanzati mai ideati nel campo della ricerca meteorologica. Goes-R sarà capace di catturare immagini e dati a velocità cinque volte più alta e a risoluzione quattro volte maggiore di qualunque altro satellite dislocato nella nostra flotta. Grazie alla versatilità delle sue rilevazioni saremo in grado di migliorare in maniera sensibile la nostra capacità di emettere tempestive allerte meteo. Il nostro scopo è quello di mettere gli Stati Uniti al riparo da eventi meteo catastrofici, avvertendo con maggiore tempestività autorità e popolazione in caso di emergenza”.

Secondo la Nasa, infatti, Goes-r riuscirà a predire non solo con maggiore precisione la traiettoria e l’intensità degli uragani ma anche la formazione di sistemi temporaleschi molto grandi dai quali possono nascere tornado, piogge molto intense e grandine di grande dimensione. Questa capacità dovrebbe derivare anche da un rilevatore di fulmini di nuova generazione che, dall’orbita geostazionaria, fornirà ai meteorologi un dato in più per intuire l’intensificazione di una perturbazione. Tutte informazioni preziose non per chi si trova al suolo, esposto a piogge e inondazioni, ma anche per i piloti d’aereo che hanno bisogno di evitare zone dell’atmosfera in cui ci siano condizioni favorevoli alla presenza di venti violenti e alla formazioni di ghiaccio sulle ali.

Gianluca Casponi

Meteorologo a tempo perso, insonne a tempo pieno. Potenziale medico. Mancato astronauta. Mancato pilota. Ora giornalista perché così posso fare tutto insieme.

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