La scabbia non è una malattia pericolosa. Ma se a contrarla è un migrante appena arrivato in Italia scatta la psicosi epidemia. Eppure i casi che si contano ogni anno in tutto il mondo sono 300 milioni, stando alle stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Di questi, 6.000 sono italiani.
È di pochi giorni fa, infatti, la bufala di un allarme scabbia fra i migranti bloccati alla stazione di Milano dopo la chiusura delle frontiere europee. Ma delle 46.000 persone arrivate per mare dall’inizio del 2015, quelle colpite da scabbia sono state solamente il 10% (4.700 casi). Un aumento fisiologico rispetto all’1,6% del 2014, “specie considerate provenienza e condizioni di ammassamento prima dell’imbarco e durante la navigazione”, ha spiegato Ranieri Guerra, Direttore generale del Ministero della Salute. “Non si tratta di un’epidemia, ma di una patologia dermatologica banale, per la quale esiste una terapia a basso costo”.
La scabbia, infatti, è una comune infezione della pelle, causata da un acaro (sarcoptes scabiei) che si nutre di cellule epiteliali. Nulla di allarmante però, visto che la patologia, endemica in tutto il mondo, colpisce persone di qualunque livello socio-economico, senza distinzione di sesso o età.
Anche a Roma, tra i migranti bloccati in zona Stazione Tiburtina (suddivisi tra il Centro Policulturale Baobab, che ne ospita circa 300, e la tendopoli allestita dalla Croce Rossa Italiana, con una capienza di 150 posti letto), la patologia più frequente è sicuramente la scabbia. Stando ai volontari dell’unità mobile della Croce Rossa Italiana, che da circa un anno collabora con la ASL Roma A per dare assistenza medica ai migranti che transitano per il Centro Policulturale Baobab, circa il 50% delle persone è stato colpito da scabbia appunto.
Vengono riscontrate anche molte infezioni dell’apparato respiratorio, dovute a infiammazioni bronchiali o virus influenzali non adeguatamente curati. Solo in rarissimi casi, meno dell’1%, l’infezione respiratoria è causata dal batterio della tubercolosi, una tra le malattie ri-emergenti nel nostro paese, secondo i dati del Ministero della Salute, nonostante la bassa prevalenza (<10 casi ogni 100.000 abitanti).
Nell’ultimo mese, presso il Centro Policulturale Baobab di Roma, c’è stato anche un focolaio di varicella, ora autolimitatosi. Mentre molte sono state le ferite cutanee per le quali i migranti hanno richiesto un trattamento, causate per lo più da bruciature o armi da taglio. Al di là delle stime comunque, che vanno modificandosi ogni giorno a seconda dei flussi migratori in arrivo, quello che più colpisce è un evidente abbassamento, rispetto alla media, della soglia del dolore, dovuto al difficile bagaglio emotivo che queste persone portano con loro.
Credits immagine: Sara Prestianni / noborder network via Wikipedia