Scagionate le cellule della microglia

Si comportano come ‘spazzini cerebrali’ contribuendo a smaltire i depositi tossici che si accumulano nel cervello. Si tratta delle cellule della microglia, fino a oggi considerate responsabili della formazione delle placche b-amiloidi, i depositi proteici che si accumulano nel cervello dei malati di Alzheimer. Sono questi i risultati di una ricerca condotta presso il Gladstone Institute of Neurological Disease e pubblicata questo mese su Nature Medicine. I ricercatori hanno identificato una molecola (TGF-b1) che stimola le cellule della microglia e ne attiva la funzione di depuratori. “L’attivazione della microglia”, spiega Tony Wyss-Coray, autore della ricerca, “è sempre stata ritenuta un brutto segno. Ora abbiamo dimostrato che, quando stimolata dalla TGF-b1, questa attivazione può invece essere benefica”. Wyss-Coray e colleghi hanno anche condotto degli esperimenti in vitro, aggiungendo la TGF- b1 alle colture di cellule microgliali cosparse di b-amiloidi. Dopo 18 ore circa il 75 per cento delle proteine tossiche era stata distrutta. A causa dei suoi effetti collaterali, la TGF- b1 non sarà probabilmente utilizzata come farmaco contro l’Alzheimer. Ma i ricercatori sperano di caratterizzare meglio il meccanismo di azione delle cellule microgliali, arrivando a identificare le molecole prodotte in seguito alla stimolazione da parte della TGF- b1. Secondo Wyss-Coray, queste molecole potrebbero rivelarsi utili nella terapia e nella prevenzione della malattia. (f.n.)

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