Le piste di sci in alta quota, cioè al di sopra il limite delle foreste, compromettono in modo sostanziale la vita di molte specie animali, in particolare di uccelli e insetti. Lo scrivono in uno studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology, i ricercatori guidati da Antonio Rolando dell’Università di Torino.
Gli studiosi hanno esaminato sette aree comprese tra i 2010 e i 2892 metri nella Val di Susa (che ha ospitato le olimpiadi invernali del 2006), sul Monte Rosa e sul Monte Bianco. Scoprendo che sulle discese e nelle aree circostanti il numero di specie selvatiche e di singoli esemplari è sensibilmente inferiore a quello che si riscontra alle stesse altitudini ma in luoghi lontani dagli impianti.
“Sulle Alpi, gli sport invernali rappresentano una minaccia potenzialmente molto seria alla conservazione dell’ecosistema”, commenta Rolando, soprattutto a causa dei bulldozer e delle pale meccaniche usate per adeguare il terreno alle esigenze degli sciatori. “Le piste che abbiamo esaminato si sono rivelate delle zone devastate dal punto di vista ambientale, nelle quali anche la vegetazione originaria è risultata danneggiata, e dove la semina artificiale ha prodotto una copertura erbosa estremamente ridotta”, continua il ricercatore.
Per di più, almeno un quarto delle 26 specie di uccelli considerate nello studio (tra cui la coturnice alpina e il culbianco) è inserita nella lista europea delle specie da salvaguardare. In una stagione in cui l’aumento di temperatura ha reso più interessanti, dal punto di vista turistico, le aree di maggiore altitudine, concludono i ricercatori, diventa necessario progettare piste ecocompatibili per proteggere il più possibile il terreno e la vegetazione che le circondano. (e.m.)
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