Sclerosi multipla: “stop alla campagna per Brave Dreams”

Informazioni non veritiere, che rischiano di creare confusione e disorientamento nei malati di sclerosi multipla. Con queste parole la Società Italiana di Neurologia chiede la sospensione immediata della campagna pubblicitaria per il finanziamento di Brave Dreams, la sperimentazione clinica per dimostrare o meno i benefici di un intervento di angioplastica nei malati di sclerosi multipla e CCSVI (vedi Galileo: Sclerosi multipla e CCSVI: i motivi della polemica), guidata dal chirurgo Paolo Zamboni e sostenuta dalla CCSVI Sclerosi Multipla Onlus.

La richiesta della SIN si riferisce alle dichiarazioni diffuse dall’associazione su stampa e radio, in cui si afferma che “nel 90% dei casi i malati di sclerosi multipla hanno le vene del collo e del torace occluse” e che “un semplice intervento per sbloccarle può fermare la malattia e attenuarne i sintomi”, sostenendo che si tratta di informazioni non ancora verificate sperimentalmente. Proprio in questi giorni infatti l’associazione CCSVI Sclerosi Multipla Onlus sta promuovendo il finanziamento di Brave Dreams attraverso l’iniziativa del SMS solidale (sul sito dell’associazione tutte le informazioni).

Un’iniziativa però non vista di buon occhio neanche dall’assessore Carlo Lusenti, che ieri aveva annunciato un finanziamento di 2,7 milioni di euro per Brave Dreams da parte della Regione Emilia Romagna, sostenendo al tempo stesso l’inutilità e il rischio di una raccolta fondi come quella promossa dall’associazione. 

La SIN, peraltro, si impegna nello studio multicentrico promosso da AISM e dalla sua fondazione (vedi Galileo: Sclerosi Multipla e CCSVI: al via anche a Reggio Emilia) per verificare il legame tra la sclerosi multipla e la CCSVI, e sottolinea l’importanza di dimostrarne l’associazione fra le due condizioni prima di procedere con studi interventistici come Brave Dreams.

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