di Tommaso De Stefani e Marco Grande
Scoprire nuove specie viventi senza alzarsi dalla scrivania, ma semplicemente scrollando la timeline di qualche collega sullo smartphone. E’ così che una biologa danese ha identificato un nuovo fungo parassita su Twitter, denominandolo non a caso Troglomyces twitteri. Lo racconta uno studio pubblicato su MycoKeys in cui gli autori descrivono il modo in cui, da un’immagine scovata sul social dell’uccellino, siano giunti all’identificazione della nuova specie.
Tutto è iniziato quando Ana Sofia Reboleira, biologa del Museo Nazionale di Storia Naturale di Copenhagen, in Danimarca, stava navigando su Twitter. Lì si è imbattuta in una nitida foto di un millepiedi nordamericano condivisa dal suo collega Derek Hennen della Virginia Tech, negli Stati Uniti. Osservando l’immagine, Reboleira ha notato alcuni “puntini” sulla superficie che l’hanno particolarmente colpita. Incuriosita, ha mostrato l’immagine anche al suo collaboratore Henrik Enghoff. E insieme hanno convenuto che si trattasse di un fungo. Corsi alla collezione del Museo, hanno potuto comparare l’immagine twittata all’osservazione diretta di diversi esemplari di questo fungo impressa sui millepiedi americani. Si trattava in effetti di una nuova specie, mai identificata e documentata prima d’ora.
Con questa scoperta la tassonomia delle specie viventi si è arricchita di un nuovo componente: è un fungo parassita somigliante a una minuscola larva appartenente all’ordine dei Laboulbeniales e d’ora in poi identificato dalla comunità scientifica come Troglomyces twitteri. I funghi sono in una classe a sé stante perché vivono all’esterno degli organismi ospiti, e anche su parti specifiche del corpo – in questo caso, sugli organi riproduttivi dei millepiedi.
Il fungo succhia il nutrimento dall’animale ospite perforandone il guscio esterno con una speciale struttura ad aspirazione, mentre l’altra metà del fungo sporge. Ma oltre ad arricchire ed ampliare il gruppo dei Laboulbeniales, questo studio ha dimostrato come anche questo social possa essere utilizzato come strumento di ricerca contribuendo direttamente alla costruzione di conoscenza in diversi settori.
Non è la prima volta che si nuove specie di insetti, piante e ospiti per parassiti vengono individuati a partire da database online di immagini, come Flickr e iNaturalist, e social media come Facebook e Instagram. “Ma per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che una nuova specie è stata scoperta su Twitter. Ciò sottolinea l’importanza di queste piattaforme per la condivisione della ricerca e quindi la possibilità di ottenere nuovi risultati”, spiega Ana Sofia Reboleira.
Twitter e gli altri social possono essere d’aiuto in vari modi alla ricerca scientifica. “Le circostanze della scoperta di questa specie dovrebbero incoraggiare la condivisione dei dati tra naturalisti dilettanti e scienziati professionisti”, sottolineano gli autori della ricerca. “Questo sta diventando sempre più evidente durante la crisi del coronavirus, un momento in cui a tanti è impedito di lavorare sul campo o nei laboratori”.
Negli ultimi anni c’è stata infatti una crescente interazione tra la ricerca e le piattaforme dei social media, e molti scienziati usano Twitter per promuovere e condividere le proprie pubblicazioni.
L’aiuto che può essere fornito dai social e da network di scienziati potrebbe però non riuscire a colmare eventuali mancanze di risorse: per Reboleira, il risultato è stato possibile solo grazie alla vasta collezione museale messa a disposizione dello staff del National History Museum danese.
Riferimenti: MycoKeys
Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara
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