Mentre la Nasa annuncia la ripresa delle missioni sulla Luna, in vista anche dell’esplorazione umana su Marte, ci si può chiedere come stia l’organismo nello spazio. Semplice: è come sdraiati con la testa sei gradi al di sotto della linea dei piedi per alcuni giorni. È quanto afferma un gruppo di studiosi americani in un articolo apparso sul numero di marzo de Journal of Applied Physiology: il corpo di una persona su un letto inclinato reagisce come quello degli astronauti. Dopo 17 giorni nello spazio o a riposo a letto la nostra abilità nel lavorare crolla immediatamente poiché il sistema cardiorespiratorio perde la capacità di fornire al corpo l’ossigeno necessario. Le persone che rientrano da un viaggio nello spazio presentano un sistema cardiovascolare fortemente condizionato dalla microgravità; per questo è importante trovare un modo per simulare tale ambiente gravitazionale sulla terra. Il gruppo di studiosi ha posto a confronto le risposte del sistema cardiovascolare di 4 astronauti rimasti 17 giorni nello spazio e di 8 persone costrette a letto con un programma di attività uguale a quello degli astronauti. La posizione sdraiati con un angolo di sei gradi rispetto ai piedi è quella che meglio simula le risposte fisiologiche agli esercizi proposti agli astronauti. Questo tipo di studio da un lato sarà utile per mantenere in forma gli astronauti durante i viaggi spaziali e dall’altro potrà avere importanti implicazioni nel recupero o nel mantenimento della forma fisica delle persone anziane o costrette a letto. (i.a.)
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