Un oceano, tiepido, estremamente profondo e in cui sono presenti emissioni idrotermali, si estenderebbe sotto la superficie di Encelado, la sesta luna di Saturno in ordine di grandezza: è quello che suggerisce uno studio pubblicato su Nature. Che sia presente acqua sotto la superficie del satellite non è una novità (vedi Galileo: Un oceano sotterraneo su Encelado), ma il nuovo studio, che ha esaminato i composti chimici presenti in uno degli anelli di Saturno grazie ai dati ottenuti dalla sonda Cassini, mostra come emissioni idrotermali ad alta temperatura, in grado di produrre particelle ricche di silicio, sarebbero una concreta possibilità, e avverrebbero proprio sul fondale di questo oceano.
Encelado, il cui diametro misura solo 500 km, è uno dei tre corpi celesti del Sistema solare esterno (oltre alla luna Io di Giove e la luna Tritone di Nettuno) su cui siano state osservate eruzioni attive. La superficie del satellite, inoltre, è coperta di crepe, da cui vengono emesse particelle di ghiaccio ricche di sali di sodio. Queste, secondo i ricercatori, si formerebbero come goccie ghiacciate provenienti da una riserva di acqua liquida che è o è stata in passato in contatto con delle rocce.
Hsiang-Wen Hsu e i suoi colleghi si sono occupati di studiare l’anello E del sistema Saturno, composto da particelle ricche di silicio provenienti principalmente da Encelado. Questo, all’interno del quale Encelado orbita, è il più esterno degli anelli di Saturno, con un diametro di oltre 1 milione di chilometri, ed è continuamente rifornito di materiali: questo avviene sia tramite l’espulsione di materia causata dal getto criovulcanico che si trova nell’emisfero meridionale di Encelado, sia attraverso il sollevamento di particelle di polvere dalla sua superficie a causa del bombardamento meteoritico che ha luogo sul satellite. Ma come si formano le particelle che vanno ad alimentare questo anello?
Gli scienziati ne hanno analizzato la composizione e le dimensione, concludendo che queste devono essere state prodotte ad alte temperature (oltre i 90°C), dall’interazione di acqua calda e rocce, molto probabilmente sul fondale dell’oceano che si estende sotto la superficie di Encelado. I ricercatori sono anche stati in grado di stimare, grazie alle misurazioni del campo gravitazionale effettuate da Cassini, che l’oceano si estende per circa 10 km a di sotto di una crosta ghiacciata spessa tra i 30 e i 40 km.
I prodotti di queste reazioni idrotermali vengono eventualmente trasportati fino sulla superficie del pianeta e vengono espulsi dal getto di gas e ghiaccio che si sprigiona dall’emisfero meridionale del satellite, andando ad alimentare poi l’anello E di Saturno.
Riferimenti: Nature doi: 10.1038/519162a
Credits immagine: NASA/JPL-Caltech
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