Categorie: Spazio

Se in principio fu la cometa

Possono essere state le comete a portare sulla Terra i mattoni della vita? Una delle teorie più intriganti sull’origine della biologia sul pianeta potrebbe trovar credito con i primissimi risultati dell’analisi dei grani di polvere provenienti dalla cometa Wild-2 e raccolti nel corso della missione Stardust della Nasa. La rivista Science di questa settimana pubblica in un numero speciale gli studi sulla cometa, frutto di uno straordinario impegno dei principali laboratori di astronomia a livello internazionale.

Alla sonda Stardust sono stati necessari sette anni e una rotta di 4,6 miliardi di chilometri per arrivare alla cometa, raccogliere i campioni e riportarli sulla Terra lo scorso gennaio. Il materiale è stato poi oculatamente spartito fra i vari gruppi internazionali di ricerca, che hanno impiegato appena sei mesi per condurre l’indagine preliminare. La conferma più importante è che nei grani della chioma di Wild-2 ci sono tracce di carbonio. Le polveri contengono infatti ammine e lunghe catene carboniose, l’ossatura delle molecole organiche. Questi composti potrebbero quindi aver giocato un ruolo nell’innesco delle reazioni biochimiche sul nostro pianeta. Qualche novità emerge anche per quanto riguarda l’evoluzione del Sistema Solare: l’elevata presenza di silicati in forma cristallina costringerà a rivedere le teorie sulla formazione dei sistemi planetari. Le comete sono probabilmente antecedenti alla formazione del sistema planetario.

Tra i centri coinvolti nello studio figura anche l’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica), in particolare gli Osservatori di Napoli e Catania e dell’Università napoletana Parthenope. Ai laboratori italiani sono stati consegnati complessivamente sette grani di cometa, ciascuno di dimensioni molto inferiori al millimetro. Una manciata di polvere, ma preziosa per rispondere alle domande chiave sull’Universo. Si tratta infatti degli unici frammenti raccolti al di fuori del nostro pianeta, a parte i campioni di superficie lunare recuperati nel 1972 dall’Apollo 17. Le analisi dei grani di Wild-2 non sono concluse. Mancano ancora campioni da esaminare, alcuni dei quali arriveranno anche in Italia. (da.c.)

Admin

Articoli recenti

C’è un legame tra Campi Flegrei e Vesuvio?

L'attività vulcanica è diversa, ma non solo. Ecco perché è improbabile che un’eventuale eruzione in…

2 giorni fa

Influenza aviaria, secondo contagio umano legato a casi di infezione nelle mucche

Il primo caso era stato rilevato poche settimane fa nello stato del Texas. In entrambi…

3 giorni fa

Ecco il piano di evacuazione dei Campi Flegrei

Dalla divisione in zona rossa e gialla alle vie di fuga, il piano nazionale della…

4 giorni fa

Sono state trovate tracce di microplastiche nei testicoli umani

Si tratta soprattutto di polietilene, ma anche di molti altri tipi di polimeri. La loro…

5 giorni fa

Sesso e genere: le differenze sono anche nel cervello

Conoscere le differenze è importante per sviluppare trattamenti farmacologici per uomini e donne con dosaggi…

1 settimana fa

Mip-C: cosa sappiamo sulla nuova malattia legata al coronavirus

A scoprirla è stato un team di ricerca internazionale, secondo cui la nuova sindrome può…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più