Se vista e tatto non sono d’accordo

Quando i nostri sensi raccolgono informazioni contraddittorie sulle proprietà di un oggetto, il cervello è in grado di processare i dati in conflitto e di ottenere un’unica percezione. È il risultato di una ricerca condotta da scienziati della University of Pennsylvania, della University of California, Berkeley, della New York University e del Max-Planck Institute for Biological Cybernetics. Lo studio compare su Science di questa settimana. I ricercatori hanno diviso 12 volontari in due gruppi. Un gruppo doveva guardare e toccare tre barrette orizzontali: due barrette apparivano identiche sia alla vista che al tatto, mentre la terza appariva di diverso spessore alla vista oppure al tatto. Il secondo gruppo riceveva solo informazioni visive. Per gli esperimenti è stato usato un sistema di realtà virtuale, che consentiva di manipolare le informazioni inviate alla vista o al tatto. Questo il risultato degli esperimenti: quando le informazioni contraddittorie arrivano da due sensi diversi (vista e tatto) il cervello faceva una specie di “media pesata”, ricostruendo una via di mezzo tra ciò che è stato visto e ciò che è stato toccato. E, se la discrepanza è troppo grande, sceglie tra le due informazioni conservando quella che giudica più accurata e scartando l’altra. Invece, quando i dati in conflitto arrivano dallo stesso senso (per esempio la vista), la regola della media pesata continua a valere, anche per discrepanze molto grandi. (f.n.)

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