Rispondere a poche domande per aiutare la comunità scientifica ad affinare le conoscenze degli eventi sismici: è questo l’obiettivo dei questionari proposti sul sito dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste. Le domande sono state preparate dagli scienziati dell‘European-Mediterranean Seismological Centre e sono rivolte a tutti quelli che hanno avvertito, anche in modo lieve, le scosse di terremoto che il 20 e 29 maggio hanno devastato l’Emilia.
Finora più di mille persone (tra cui circa quattrocento triestini) hanno partecipato all’iniziativa, partita immediatamente dopo la prima scossa e ora in via di ampliamento anche a causa del perdurare della situazione di allerta nell’Italia centro-settentrionale. A chi compila il questionario, i sismologi chiedono di raccontare la propria esperienza, fornendo le coordinate del luogo dove si trovavano al momento del sisma, le informazioni dettagliate sulla propria percezione della scossa e gli effetti visibili su edifici, persone e animali.
“La popolazione sta rispondendo in modo molto tempestivo e consapevole”, dice Dario Slejko, sismologo dell’Ogs che segue l’evolversi della situazione: “Dai primi dati, emerge con chiarezza una diversa percezione del sisma in punti differenti della stessa città, Trieste, e della regione, anche se è ancora presto per individuare con precisione delle correlazioni tra la percezione e le caratteristiche della zona”, continua il sismologo.
L’iniziativa dell’Ogs fa il paio con la campagna “Hai sentito il terremoto?” promossa dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che propone un questionario più stringato, ma su copertura geografica più vasta, per il quale si contano già sedicimila adesioni. Una volta terminata la situazione di allerta, i ricercatori triestini mirano a creare una mappa dettagliata, geo-localizzando tutti i questionari raccolti e mettendo in correlazione percezioni soggettive e situazioni geologiche locali: tutto ciò contribuirà a definire delle priorità di intervento in future situazioni di emergenza sismica.