Professor Pacini, cosa pensa dei risultati dei suoi colleghi americani?
“Penso che sia ancora troppo presto per dare un giudizio. Quando si tratta del Big Bang e dell’evoluzione dell’universo i giornalisti si eccitano subito, molto più degli scienziati. E’ vero che questa volta la notizia arriva da ricercatori seri che lavorano in centri di prima qualità. Ma l’annuncio è così eclatante e le sue conseguenze sarebbero così profonde che richiede almeno una decina d’anni di osservazioni, di studi e di conferme. Per ora, ripeto, non si può che sospendere il giudizio”.
Ma un’opinione se la sarà pur fatta…
“So quello che hanno scritto i giornali, non ho letto gli articoli scientifici originali. Ciò che posso dire è che in questi studi i margini di incertezza, e quindi la possibilità di errori, sono notevoli. Faccio un esempio: quando Edwin Hubble formulò la sua famosa teoria sull’espansione dell’universo si basò sull’osservazione di numerosi corpi celesti. Ma se si fosse limitato a guardarne alcuni, per esempio la nebulosa Andromeda, avrebbe potuto concludere esattamente il contrario, cioè che l’universo si sta contraendo”.
Se la scoperta fosse confermata come cambierebbe la nostra visione del cosmo?
“Probabilmente chiuderebbe una questione fondamentale che per ora rimane aperta: l’espansione infinita o meno dell’universo. Se le cose stessero davvero così, i corpi celesti continuerebbero ad allontanarsi per sempre. Poi risolverebbe la contraddizione dell’età dell’universo, che secondo alcune ricerche risulta più giovane dei più vecchi ammassi stellari conosciuti”.
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