Sesso: una volta a settimana per essere felici

Loving couple lying in bed gazing into each others eyes as they lie back on the pillows

“Il sesso è come il denaro. Non va bene solo se è troppo poco”. Che siate d’accordo o no, questo è quel che sostiene la scienza: un’équipe di ricercatori della University of Toronto Mississauga, infatti, ha analizzato i risultati dello Us General Social Survey (Gss), un questionario che, dal 1972, ha raccolto dati relativi a oltre 25mila persone tra 18 e 89 anni, scoprendo che effettivamente esiste una correlazione positiva tra frequenza dei rapporti sessuali e felicità (ma dài?), ma che questa vale solo entro una certa soglia. Una volta alla settimana, per la precisione: “Abbiamo notato una relazione lineare significativa tra frequenza dei rapporti e benessere di coppia”, scrivono i ricercatori sulle pagine di Psychological and Personality Science, “ma solo per le coppie che hanno un rapporto sessuale a settimana, o meno. Per frequenze superiori non c’è nessuna correlazione”.
I risultati, spiegano ancora gli autori della ricerca, sono relativi solo a coppie e sono indipendenti da genere, età e durata della relazione di coppia. Non è chiaro, invece, se le stesse conclusioni valgano anche per i cuori solitari: “Non sono disponibili molti dati sull’attività sessuale dei single”, spiega al Guardian Amy Muise, una degli autori del lavoro, “e il tema potrebbe essere l’oggetto della prossima ricerca”. In ogni caso, i ricercatori, oltre a notare la correlazione, non hanno avanzato alcuna ipotesi sulle possibili ragioni del fenomeno: “Il problema”, commenta George Loewenstein, della Carnegie Mellon University, noi coinvolto nello studio, “è che si tratta di un lavoro di correlazione e non di causalità”. Qualche tempo fa, Loewenstein, in un altro lavoro, aveva chiesto a 32 coppie di raddoppiare la frequenza dei propri rapporti sessuali e successivamente valutare il proprio stato di benessere, scoprendo che, poco sorprendentemente, la qualità conta più della frequenza. Come a dire: poco, ma buono.

Via Wired.it

credits immagine: Richard Foster

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