Si torna all’ora solare

Probabilmente, più che l’equinozio d’autunno, è questo il vero spartiacque tra estate e inverno. È arrivato il momento di tornare all’ora solare, riportando indietro di un’ora le lancette degli orologi: come di consueto, l’appuntamento è fissato per le 3 del mattino della notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, così come stabilito dalla direttiva 2000/84/Ce del Parlamento Europeo e del consiglio del 19 gennaio 2001. Buona notizia: dormirete un’ora in più.

L’ora legale, intuizione di Benjamin Franklin,ci ha fatto risparmiare parecchio, finora. In effetti, sarebbe più corretto chiamarla daylight saving time, cioè orario di risparmio della luce diurna. Secondo alcune stime, non confermate con certezza, nel 2013, grazie all’adozione dell’ora solare, abbiamo salvato circa 550 milioni di kilowattora, una quantità di energia corrispondente al fabbisogno annuo medio di 180mila famiglie, quantificabile in oltre 90 milioni di euro.

Con l’inverno alle porte, comunque, i vantaggi dell’ora legale vengono meno: a fronte di un’ora di luce risparmiata al tramonto, se ne perde una all’alba. Sostanzialmente, è questo il motivo per cui si torna all’ora solare. In ogni caso, l’opinione pubblica è spaccata sulla questione: secondo un’indagine del Codacons del 2008, gli italiani sono “equamente divisi tra chi è favorevole all’arrivo dell’ora legale e chi vorrebbe la sua eliminazione. Su 500 intervistati il campione si è spaccato esattamente a metà: 50% contrario all’introduzione […] e 50% favorevole”. Al contempo, però, l’80% dello stesso campione (abbastanza piccolo, per la verità) si è pronunciato a favore della proposta di abolire l’ora solare, modificando la direttiva 2000/84/Ce e mantenendo l’ora legale tutto l’anno, con lo scopo di “evitare definitivamente il disagio e il costo del cambio di orario, che sicuramente c’è, per quanto nessuno l’abbia ancora quantificato”. Comunque, da allora, nessuno si è mosso in questa direzione: per ora, non vi resta che godervi la vostra ora di sonno extra.

Credits immagine: antonychammond/Flickr

Via: Wired.it

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