Categorie: Vita

I Sifaka sanno fare la pace quando gli conviene

Anche i lemuri, i nostri cugini più lontani, fanno la pace dopo aver litigato. Quanto a tolleranza infatti, questi piccoli animali del Madagascar assomigliano molto più ai primati “superiori” (essere umano compreso), che non alle altre proscimmie con cui sono classificati. Tra i primi a descrivere come e con chi i lemuri Sifaka in natura scelgono di riconciliarsi dopo un’azzuffata sono stati i biologi del Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa il cui studio, pubblicato su Animal Behaviour, dimostra che il fenomeno della riconciliazione è presente anche nel gruppo più ancestrale di primati.

L’arte della pace

La riconciliazione, definita come il primo contatto affiliativo (cioè amichevole) che avviene tra due opponenti dopo uno scontro aggressivo, è un meccanismo fondamentale nella gestione dei conflitti ed evita che, dopo gli scontri, l’aggressività dilaghi all’interno del gruppo sociale, destabilizzandolo. La “pace”, che negli esseri umani può essere anche verbale, negli altri primati può avvenire tramite grooming (lo “spulciamento”, spesso reciproco), abbracci o, più semplicemente, mettendosi a sedere gli uni accanto agli altri. Tuttavia, sebbene ampiamente studiata nei primati antropoidi (cioè le scimmie del Vecchio e Nuovo Mondo e le scimmie antropomorfe), la riconciliazione è stata finora trascurata nelle proscimmie e mai indagata se non in cattività, dove i rapporti tra gli individui sono comunque influenzati dall’ambiente ristretto.

Negli anni Ottanta, Franz de Waal, pioniere negli studi sul comportamento post-conflittuale, ha messo a punto un metodo per misurare in modo oggettivo la capacità di “fare pace” degli animali. Tale procedura, tarata per gli scimpanzé in cattività, è stata modificata dai ricercatori tenendo presenti le difficoltà che un’osservazione in condizioni naturali comporta, e successivamente applicata in questo nuovo studio, per verificare la presenza della riconciliazione nel Propithecus verreauxi (o sifaka di Verreaux).

La società dei Sifaka

Il sifaka è un lemure diurno che vive in gruppi sociali coesi di 6-8 individui, che si spostano compatti come vere e proprie “unità di foraggiamento”. Come quella di molte proscimmie del Madagascar, anche la società dei sifaka è caratterizzata dalla dominanza delle femmine e non è despotica, perché quelle di più alto rango tollerano i subordinati in situazioni di conflitto d’interesse (come la competizione per l’accesso a un cibo gradito o a uno spazio ambito) senza necessariamente aggredirli.

I biologi hanno osservato due gruppi di sifaka (per un totale di 16 individui) nella foresta di Berenty situata nel sud del Madagascar per un periodo di quattro mesi. “Il primo passo è stato verificare se il fenomeno della riconciliazione era presente o assente come tratto caratteristico della specie”, spiega a Galileo Elisabetta Palagi, la sociobiologa responsabile della ricerca, “A tal fine, abbiamo misurato i contatti affiliativi tra gli individui sia in presenza sia in assenza di conflitto. Verificare la presenza di contatti in condizione di pace (condizione di controllo, ndr.) è cruciale per determinare se i rapporti amichevoli tra gli animali aumentano o diminuiscono dopo un’aggressione o se, invece, lo scontro non ha alcun effetto sui i rapporti sociali tra gli individui coinvolti. Solo se il livello affiliativo aumenta, rispetto alla norma, nei 15 minuti che seguono il conflitto, si può dire che gli animali stanno riconciliando”.

Sifaka calcolatori

Lo studio ha rilevato che i contatti amichevoli tra gli opponenti aumentano effettivamente dopo uno scontro aggressivo, a dimostrazione che i sifaka sanno riconciliare. In particolare, è la vittima che più frequentemente avvicina l’aggressore per cercare un contatto riconciliatorio e l’aspetto più interessante è che queste proscimmie sembrano in grado di valutare i rischi e i benefici derivanti un riavvicinamento con l’opponente. “I sifaka riconciliano, ma non con chiunque”, precisa Ivan Norscia, ecologo comportamentale e fra gli autori dello studio: “Le vittime sono più inclini a riconciliare dopo scontri di lieve intensità, perché il rischio è minore, e con le femmine più alte in gerarchia, perché il beneficio è maggiore”. In accordo con l’ipotesi delle buone relazioni (Good Relationship Hypothesis), le frequenze di riconciliazione sono più alte tra individui che hanno buoni rapporti, cioè quelli che si scambiano più “coccole” anche nei periodi di pace. Secondo i ricercatori, questo avviene perché alle relazioni con gli “amici” viene assegnato un valore maggiore rispetto alle altre. Quello che influenza maggiormente le relazioni tra gli individui, infine, sembra essere il tipo di società, despotica o egalitaria. Non è invece  predittiva la vicinanza filogenetica: altre specie di proscimmie anche molto vicine ai sifaka non sono altrettanto propense a fare la pace.

 

Foto  By Jeff Gibbs – email & Flickr, CC BY-SA 3.0

Tiziana Moriconi

Giornalista, a Galileo dal 2007. È laureata in Scienze Naturali (paleobiologia) e ha un master in Comunicazione della Scienza conseguito alla Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Collabora con D la Repubblica online, Salute SenoLe Scienze, Science Magazine (Ed. Pearson), Wired.it.

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