Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Tecnologico del New Jersey, guidati da Somenath Mitra, hanno sviluppato una cella fotovoltaica economica e facile da usare che non impiega silicio. E grazie ai nanotubi di carbonio di cui è costituita, potrebbe essere disegnata o stampata su pannelli di plastica flessibili . L’idea si è conquistata la prima pagina della rivista Journal of Materials Chemistry e, come sostengono gli stessi ideatori, “le opportunità per le future applicazioni sono infinite”.
“Sviluppare celle solari organiche dai polimeri è un’alternativa economica e semplice”, afferma Mitra. Per fabbricare le celle solari convenzionali, unità di base dei pannelli, è infatti indispensabile avere silicio altamente purificato, ottenuto con un processo che è molto dispendioso. Le celle solari sviluppate dai ricercatori del New Jersey usano nanotubi a parete singola e di forma cilindrica combinati con altri a struttura ultrafine, 50 mila volte più piccola di un capello, detti fullereni. Quando la luce cade su una cella solare organica, l’energia genera cariche positive e negative. Se le cariche vengono separate e mandate verso diversi elettrodi, si crea un flusso di corrente. Per questo i ricercatori hanno realizzato strutture di nanotubi a forma di serpente, che conducono l’energia in modo più efficiente del rame.
“Un giorno sarà possibile crearsi in casa i pannelli solari con apposite stampanti e installarli su una parete o sul tetto creando una stazione fotovoltaica. Si potrà guidare la propria macchina ibrida con il pannello disegnato sul tetto”, sostiene Mitra.
(s.m.)
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