Sindrome da viaggio, come prevenirla

Anche se di poco, viaggiare in aereo può aumentare il rischio trombosi. Ma più che di “sindrome da classe turistica” bisognerebbe parlare di trombosi da viaggio. Non conta infatti la classe in cui si sceglie di viaggiare, ma la durata del tragitto. Inoltre, il disturbo potrebbe colpire anche i passeggeri di treni, autobus o automobili costretti a lunghi periodi di immobilità. Sono queste le conclusioni degli esperti chiamati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) a fare chiarezza sul problema dopo la morte per trombosi embolica di alcuni passeggeri di diverse compagnie aeree di tutto il mondo. Il gruppo, formato da medici internazionali e dai rappresentanti delle sedici principali compagnie di volo, ha inoltre elaborato alcune regole cui attenersi durante il viaggio. Per non correre rischi è necessario sgranchirsi spesso le gambe e consumare pasti leggeri. Ma anche sorseggiare bevande analcoliche per aumentare il livello di ossigeno nel sangue e nel cervello e facilitare così la circolazione sanguigna. La trombosi è una malattia cardiovascolare provocata dalla formazione di emboli, in questo caso grumi venosi, che possono colpire i polmoni, il cervello o il cuore e causare ictus o attacchi cardiaci. Ad aumentarne il rischio concorrono alcuni fattori: età, fumo, obesità, gravidanza, cancro o recenti operazioni chirurgiche e, infine, la predisposizione genetica. (r.p.)

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