Sorella rete

Una trentina di homepage già realizzate e una sessantina in costruzione, circa 2.000 “mail box” in tutto il mondo, 80 punti di accesso a Internet in tutta Italia e 600 nel resto del pianeta, 15 linee a 128 kb/s collegate alla Grande rete. Sono alcuni dei numeri di “Peace Communication Network” (http://www.pcn.net), un provider con una caratteristica che ne fa il network telematico più grande del mondo nel suo settore: ospita esclusivamente organismi religiosi. In pratica un centinaio tra ordini e associazioni di volontariato, di turismo giovanile e di sport. Tutti gruppi che, si badi bene, devono far parte o essere collegati in qualche modo all’Annuario pontificio pubblicato dal Vaticano. Porte aperte, quindi, per Congregazioni, sodalizi, diocesi, parrocchie, scuole, noviziati, province e case di istituti religiosi, centri di ricerca e musei.

A governare questo piccolo impero – che comunica a basso costo anche con le più sperdute regioni dell’Africa, grazie ad una connessione mobile di telefoni satellitari – c’è una suora, Marie Gannon. E’ una salesiana che racconta con entusiasmo i primi passi di un’iniziativa partita appena due anni fa: “Eravamo un bel gruppo di religiose e di religiosi, quasi tutti ingenui nel campo delle nuove tecnologie. Gente, però, che non voleva perdere il treno e che era convinta di una realtà: comunicare per la Chiesa non è un optional, è “la” missione”. “Non abbiamo ancora una statistica generale – aggiunge – ma posso dire che in cinque mesi la nostra pagina web ha registrato 50.000 contatti, i salvatoriani in un mese ne hanno avuti 8.000, le canossiane mi hanno detto che nello stesso periodo la loro home-page è stata contattata 32.000 volte”.

Dal punto di vista giuridico, il Pcn è un Consorzio di istituzioni, fondato nel 1995 da membri di istituti religiosi cattolici. Non ci sono, però, rapporti diretti tra il Vaticano e il Peace Communication Network. “Non può farne parte”, spiega suor Gannon, “è uno Stato”. Ma ugualmente nelle pagine iniziali e nelle varie pagine non mancano i link al Vatican information service (Vis), che si trova nel sito dello Stato pontificio. Attualmente gli istituti consorziati sono circa 70, ma già da ora la struttura ha la possibilità – si legge nella homepage – di offrire servizi ad oltre 500 istituti.

Ma in che cosa consistono questi servizi? Ogni istituto che aderisce ha diritto a tre megabyte di spazio sul sito del Pcn. Non è tanto in termini assoluti, ma in molti casi basta e avanza per poter pubblicare documenti, indirizzi e riferimenti vari alle attività. Ma il Pcn punta in alto: se si intende sviluppare la propria homepage – suggeriscono le faq del sito- allora c’è la possibilità di organizzare il proprio server come un sub-net del Pcn netserver. In questo caso i prezzi lievitano, anche se, assicurano i gestori, gli incassi servono solo a sviluppare tecnologie per la comunicazione e a migliorare il servizio. Chi lavora al Pcn, in pratica, lo fa all’insegna del volontariato. “Tutto è basato sullo spirito di solidarietà”, spiega suor Gannon, “lo facciamo senza ricevere pagamento: prendiamo i costi, li dividiamo tra tutti, quello è il prezzo”.

I costi, dunque: la tassa di iscrizione è di un milione dei lire (una tantum), e dà anche il diritto di voto nell’assemblea del Pcn: Poi c’è la tassa annuale. “Quest’anno ammonta a 1.800.000 lire, e comprende 15 indirizzi di posta elettronica, spazio sul server per la homepage, l’assistenza tecnica e il servizio di istruzione; ad esempio, come istallare il programma”.

E i contenuti? Non è difficile farsene un’idea. “Il Pcn – si legge ancora nelle pagine di benvenuto – desidera comunicare la pace di Cristo a tutti gli uomini in qualsiasi parte del mondo”. Religione sì, ma senza dimenticare il sociale. Così è avvenuto durante e soprattutto dopo il terremoto in Umbria e Marche: il sito dei francescani ha fatto una sorta informazione di servizio, facendo conoscere in tempo reale quanti e quali aiuti erano davvero arrivati sul luogo e ciò che ancora mancava alla popolazione nei drammatici giorni del terremoto. Non a caso il sottosegretario alla protezione civile, Franco Barberi, proprio nei giorni scorsi ha ricordato che durante il terremoto furono le parrocchie, con la telematica ma soprattutto con il più semplice passa-parola, a garantire l’informazione capillare sul territorio. “E anche tante notizie sullo Zaire le abbiamo avute così”, tiene a sottolineare suor Gannon, indicando i link presenti nelle pagine principali del Pcn: “ne abbiamo con istituzioni di tipo educativo, come l’Unicef e l’Onu. Noi che puntiamo molto sui giovani, abbiamo segnalato anche una serie di organizzazioni di volontariato e iniziative mirate su esperienze di povertà o di educazione in tutto il mondo”.

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