Salute

L'alga spirulina? Potrebbe abbassare la pressione

L’alga spirulina o alga azzurra (Arthrospira platensis) è un cianobatterio che cresce nei laghi subtropicali salati. Raccolta e consumata già ai tempi degli Atzechi, negli ultimi tempi la spirulina è diventata famosa come un supercibo, soprattutto per via del suo elevato contenuto proteico e supposte proprietà benefiche ancora al vaglio della scienza. A contribuire alla ricerca è oggi anche un gruppo del laboratorio di fisiopatologia vascolare del Neuromed di Pozzilli (Isernia), che in uno studio pubblicato su Hypertension suggerisce come quest’alga possa avere anche degli effetti antipertensivi.

Gli scienziati, infatti, hanno individuato un peptide (un frammento di proteina) contenuto nella spirulina, capace di dilatare le arterie e abbassare la pressione nei modelli animali. A prender parte allo studio anche l’Università di Salerno, la Sapienza di Roma e la Federico II di Napoli.

La spirulina dopo la digestione

I ricercatori hanno simulato in vitro il processo di digestione gastrointestinale della spirulina. “Abbiamo posto la matrice intera di spirulina, costituita da una polvere di questa sostanza, insieme a enzimi digestivi dell’essere umano”, spiega a Galileo Albino Carrizzi, ricercatore in biologia del Neuromed di Pozzilli. “In questo modo abbiamo riprodotto ciò che accade nell’intestino umano dopo aver ingerito la sostanza”.

Gli scienziati hanno quindi studiato la spirulina digerita attraverso indagini di spettrometria di massa, una tecnica che pesando le molecole permette di identificarle, riconoscendo i peptidi che vengono assorbiti durante la digestione e che passano nel sangue (non tutte le molecole, infatti, sono utilizzate dall’organismo, alcune vengono scartate). “Abbiamo poi testato i peptidi assorbiti sia ex vivo, su tessuti di vasi sanguigni prelevati dal topo, sia in vivo, nelle arterie dell’animale”, prosegue Carrizzi: “Da quest’analisi è emerso che fra i vari peptidi presenti nella spirulina digerita, uno solo, l’SP6, è stato in grado di indurre una vasodilatazione, cioè di espandere i vasi sanguigni. E questo effetto cresceva all’aumentare della quantità di spirulina assorbita”.

Dalla spirulina alla vasodilazione

Messa a contatto con vasi sanguigni isolati, in laboratorio, la molecola SP6 ha dimostrato un’azione vasodilatatoria, un effetto potenzialmente antipertensivo.  Confermato poi anche in vivo. “Questo peptide – sottolinea il ricercatore – è riuscito a normalizzare i livelli della pressione nei modelli animali con ipertensione”. In particolare, il peptide SP6, spiega Carrizzi, agisce con un meccanismo che favorisce la produzione dell’endotelio, un tessuto epiteliale che riveste i vasi sanguigni (ma anche quelli linfatici e il cuore) e ne regola la funzione. “Con quest’azione la molecola SP6 favorisce una maggiore dilatazione dei vasi sanguigni”, chiarisce l’esperto, “producendo dunque un abbassamento della pressione arteriosa”.

“Saranno naturalmente necessarie ulteriori ricerche – aggiunge Carmine Vecchione, docente all’Università di Salerno presso l’Irccs Neuromed – ma SP6 potrebbe rappresentare un adiuvante naturale alle comuni terapie farmacologiche per migliorare la funzione endoteliale e, quindi, combattere l’ipertensione”.

Riferimenti: Hypertension

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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