Gli Spedali Civili di Brescia. Il nosocomio al centro del discusso metodo Stamina è una struttura pubblica, e come tale, in soldoni, pagata e mantenuta dalla Stato. Dall’ottobre del 2011 (forse grazie all’interessamento di alcuni malati particolari) la struttura di Brescia ospita Vannoni & Co, somministrando ai pazienti le infusioni a base di staminali mesenchimali preparate secondo il metodo Stamina. Ma ad oggi, mentre le istituzioni sono ancora impegnate da mesi a cercare di risolvere la questione medica, mediatica e legale, quanto è costato allo Stato la somministrazione di un trattamento privo di qualsiasi prova scientifica? È quanto si chiede la Corte dei Conti della Lombardia che ha appena aperto un’indagine sul caso.
Dopo l’indagine del procuratore di Torino Raffaele Guariniello quindi – che al momento riguarda una ventina di persone per “associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa” ed esercizio abusivo della professione medica – una nuova inchiesta chiede oggi il conto sulla pratica delle infusioni di staminali. Inchiesta che oltre a mettere in luce quanto denaro pubblico sia stato sprecato per pratiche di non provata efficacia, potrebbe anche aprire le porte anche a pesanti richieste di risarcimento danni qualora venisse confermata la potenziale pericolosità dei trattamenti somministrati, come racconta oggi il Corriere della Sera.
Ma tralasciando, almeno per ora, le richieste di risarcimento alle amministrazioni pubbliche, di quanto denaro stiamo parlando? Tanto, se si considerano le cifre riferite per la preparazione di staminali e le successive infusioni. Per una trentina di pazienti in trattamento a Brescia si parla di costi intorno al milione di euro. Cifre parzialmente in linea con quanto ipotizzato, non molto tempo fa, dall’esperto di staminali Michele De Luca sul Sole 24 Ore. Lo scienziato infatti, calcolava che l’allestimento di ogni coltura cellulare (secondo le norme GMP, Good Manufacturing Practices) sarebbe costato circa 30000 euro. Una cifra comunque in difetto, per De Luca, non conoscendo l’esatto numero di colture e infusioni destinate a ogni paziente, e che estesa su scala nazionale, avrebbe significato, qualora approvata dal Sistema sanitario e dalle regioni, la spesa di centinaia di milioni di euro, addirittura di alcuni miliardi se calcolata su tutti i pazienti che secondo Vannoni avrebbero fatto richiesta di accedere al suo metodo.
Oltre all’indagine della corte dei Conti e a quella della procura torinese le questioni legali per Stamina non sono finite. Infatti anche la Repubblica di San Marino (patria del famoso centro estetico dove venivano somministrate le infusioni), con la propria authority sanitaria, ha presentato un esposto al Tribunale unico del Titano per procedere con una denuncia contro “chi, tra gli anni 2008 e 2009, condusse in territorio sammarinese pratiche mediche illegali”.
Via: Wired.it
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