Stamina, “dosi per topi” nel preparato

Tre nuove batoste per Davide Vannoni e il suo metodo Stamina. Secondo il rapporto degli scienziati nominati dal Ministero della Salute, infatti, il controverso trattamento dell’imprenditore torinese conterrebbe dosi minime di cellule staminali mesenchimali (quelle che, a detta di Vannoni, si trasformerebbero in neuroni), e non ci sarebbe alcuna prova di differenziazione cellulare. Una novità, rivelata dall’Ansa, che si va ad aggiungere a quanto avevamo già raccontato: nessun rispetto dei criteri di sicurezza nella produzione e nella conservazione delle cellule, alti rischi di infezione, nessun protocollo standard, mancanza di un razionale scientifico. Ma c’è dell’altro: l’Università di Udine ha appena revocato a Davide Vannoni la cattedra di professore associato “per incompatibilità con le altre sue attività, a partire dalla presidenza di Stamina Foundation”. E, ciliegina sulla torta, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha emanato una diffida per il trasporto di materiale biologico al di fuori degli Spedali Civili di Brescia: non sembra possibile, quindi, almeno per il momento, portare il preparato di Vannoni a Miami, da Camillo Ricordi, che si era offerto per eseguire test sulle colture.

Dosi per topi. Secondo gli esperti, la dose utilizzata per trapianti cellulari nell’essere umano è di circa due milioni di cellule per chilogrammo di peso corporeo. Nel preparato di Vannoni, invece, ci sarebbero due milioni di cellule in totale, e l’adeguamento al peso corporeo non sarebbe indicato come una dose esatta. Si tratta di una conferma di indiscrezioni già trapelate il dicembre scorso: nei campioni analizzati ci sono solo pochissime tracce (o non ci sono del tutto) di cellule staminali mesenchimali. È per questo che il frullato di Vannoni è stato accostato ai trattamenti omeopatici (che prevedono un’infinita diluizione del principio attivo, fino a renderlo praticamente inesistente nella soluzione) e a “dosi adatte a topi e non agli esseri umani”. Posto che il metodo funzionasse (cosa tutta da dimostrare), spiegano gli esperti, in queste dosi sarebbe del tutto inefficace. Un po’ come se assumessimo degli antibiotici in quantità pari a un trentesimo rispetto a quella prescritta. Paradossalmente, comunque, forse è meglio che sia così: con quantità così piccole di cellule, per lo meno, c’è un rischio minore di effetti collaterali e infezioni.

Revoca della cattedra. “Il ruolo universitario di Davide Vannoni non è più compatibile con le altre sue attività, a partire dalla presidenza di Stamina Foundation”. Lo ha dichiarato in una lettera l’Università di Udine, dove Vannoni teneva il corso di psicologia generale. La sua pagina sul sito web dell’ateneo è scomparsa (“La persona che hai richiesto di visualizzare non esiste”, si legge ora), ma, racconta La Stampa, Vannoni “non s’è perso d’animo e ha già trovato un altro lavoro didattico. Dallo scorso novembre, ha infatti deciso di trasferirsi all’Università telematica di Roma Niccolò Cusano”, un istituto privato. In ogni caso, sulla pagina Facebook di Vannoni si legge ancora “professore associato Università di Udine”.

Le cellule restano a Brescia. La terza novità riguarda la diffida dell’Aifa per lo spostamento del materiale biologico da Brescia. Racconta Adnkronos Salute, infatti, che quattro scienziati avevano inoltrato delle richieste d’accesso alle cellule prodotte da Vannoni: Camillo Ricordi (che, come noto, si era offerto di caratterizzare il preparato a Miami), Michele de Luca (Università di Modena e Reggio Emilia), Paolo Bianco (Sapienza – Università di Roma) e Umberto Galderisi (Seconda Università di Napoli). Dopo un vertice per esaminare tali richieste, che naturalmente prevedono che le mesenchimali siano portate fuori dagli Spedali Civili, è arrivato il no dell’Aifa. Il materiale biologico deve restare dov’è: “Non si ravvisano i presupposti per l’affidamento delle attività oggetto di tali richieste, in quanto non hanno avuto avvio né dall’Aifa né da competenti soggetti pubblici/istituzionali bensì da terzi, per i quali non si riscontra alcun tipo di interesse diretto a caratterizzare o definire biologicamente il prodotto cellulare”, scrive l’Aifa, precisando comunque che quest’attività “avrebbe dovuto essere effettuata prima dell’avvio dei trattamenti sui pazienti”. Dal canto loro, gli Spedali Civili hanno preso atto della diffida, mentre Vannoni ha contrattaccato duramente: “L’Aifa ha paura di sapere cosa viene iniettato ai pazienti e la diffida al trasporto delle cellule fuori dagli Spedali Civili di Brescia chiude le porte anche a Camillo Ricordi e ai test del metodo Stamina a Miami. È una vera e propria caccia alle streghe se anche al numero uno al mondo della ricerca sul diabete, come Ricordi, si impedisce di dare risposte su un protocollo di cui noi siamo sicuri”.

Via: Wired.it

1 commento

  1. Fate ridere scrivete titoli allarmisti “Dosi per topi” e poi alla fine c’è scritto che le dosi sono diluite e che ANDREBBERO bene per i topi mah che cosa non si fa per delle visualizzazioni..

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