Staminali nel caveau

Una banca nazionale in cui coltivare le 19 linee di cellule staminali embrionali su cui, negli Stati Uniti, è oggi possibile fare ricerca con fondi governativi. È il piano appena proposto dal presidente George W. Bush per rispondere a chi lo accusa di essere troppo restrittivo in questo settore. Contemporaneamente, i National Institutes of Health (Nih) statunitensi hanno annunciato il progetto di stanziare 18 milioni di dollari per la creazione di tre centri di eccellenza in cui accelerare la ricerca su questo tema. Le cellule staminali embrionali si formano nei primi giorni dopo il concepimento e si differenziano poi nei diversi tipi cellulari dell’organismo. La speranza di molti scienziati è quella di farle crescere in vitro per ottenere tessuti da utilizzare nel trattamento di numerose malattie, dal diabate al morbo di Parkinson o di Alzheimer. La loro raccolta comporta però la morte dell’embrione, condizione che suscita da varie parti opposizioni etiche. Ecco perché Bush, tre anni fa, aveva imposto agli Nih di non finanziare ricerche su cellule staminali embrionali raccolte dopo il 9 agosto 2001. Secondo il segretario per i servizi sanitari Tommy Thompson, tuttavia, “prima che la politica sulle cellule staminali possa essere allargata, occorre esaurire tutte le potenzialità delle linee già disponibili”. Cosa che la banca nazionale renderà più facile grazie alle condizioni di crescita attentamente controllate. I critici, però non sono ancora soddisfatti: “I ricercatori non chiedono nuove linee solo per avere più cellule, ma perché sono fondamentali le stesse conoscenze ricavate derivando le linee”, ha spiegato Keith Yamamoto, dell’università di San Francisco, in California. (va.m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here