Staminali per la fertilità

Per la prima volta sono stati smentiti due veri e propri dogma della fisiologia della riproduzione femminile. Il primo, a essere superato dai risultati del gruppo di ricercatori americani, diretti dal biologo Jonathan Tilly, è quello che vede la riserva ovarica nelle femmine dei mammiferi come definita una volta per tutte alla nascita; il secondo è quello che non possa essere ripristinata la produzione di follicoli, dopo la distruzione avvenuta a causa di una chemioterapia o per una malattia genetica, che provochi la cosiddetta sindrome di menopausa precoce. Ed invece, oggi, entrambi i dogma sono crollati grazie ai risultati presentati sulla rivista Cell e basati su una ricerca che ha usato topi di laboratorio. Nel 2004, Jonathan Tilly del Massachussetts General Hospital, aveva già pubblicato sulla rivista Nature la tesi secondo la quale il processo che rigenera le cellule germinali femminili nei topi è continuo e dura tutta la vita. Il nuovo studio è quindi stato mirato al consolidamento delle tesi precedenti, ma anche alla individuazione della sorgente che permette la rigenerazione degli ovociti stessi arrivando alla conclusione che si tratti del midollo osseo. Questo sarebbe una vera “fabbrica” di cellule germinali che poi, attraverso il circolo sanguigno, arrivano fino all’ovaio dove maturano in follicoli contenenti oociti.“Un lavoro straordinario”, ha commentato Maurizio Zuccotti, professore associato della facoltà di Medicina dell’Università di Parma e con illustri trascorsi di ricercatore in biologia dello sviluppo. “Già da tempo si sapeva che le cellule del midollo osseo sono molto plastiche, ma ora il gruppo americano ci dimostra qualcosa di inedito, ossia che quelle cellule possono non solo colonizzare l’ovaio, ricreandolo, ma addirittura differenziarsi in cellule germinali, costruendo l’intero follicolo, fino allo sviluppo di una cellula uovo. E lo fanno procedendo in vivo e non più solo in vitro, e questo è un aspetto di conoscenza davvero originale”.Un’ottima partenza per affrontare in futuro il problema della sterilità femminile: anziché curare farmacologicamente questa malattia, la scoperta di Tilly apre la strada alla medicina rigenerativa, all’uso cioè delle cellule staminali adulte per creare ovuli quando l’organismo non ne è in grado. “Tuttavia, rimane ancora qualcosa di molto importante da dimostrare”, commenta Zuccotti. “E cioè se gli ovociti così prodotti siano in grado di assolvere completamente la loro missione riproduttiva”. Gli stessi ricercatori statunitensi ammettono di non aver indagato questo punto, che però sarà al centro delle loro prossime ricerche insieme alla scoperta di quali siano i segnali molecolari che l’ovaio invia al midollo osseo per regolare la produzione di cellule germinali. A oggi l’unica esclusione, precisa lo studio, può essere fatta rispetto sia agli estrogeni che al progesterone. In Europa esiste un gruppo di ricerca tedesco che sta studiando la differenziazione in cellule germinali, ma partendo da cellule staminali embrionali, in Italia non esistono studi simili. “Occorrerà di certo un lungo periodo di ricerca sul topo prima di passare a un modello più evoluto, ma dinanzi a queste nuove conoscenze non si può che essere ottimisti, oltre che increduli”, conclude Zuccotti.

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