Arrestato lo sviluppo del glioblastoma, il più frequente tumore cerebrale che colpisce l’essere umano, grazie all’uso di cellule staminali. Il risultato, ottenuto sui topi, è stato ottenuto da un’équipe di ricercatori dell’Istituto San Raffaele e dell’Università di Milano-Bicocca sotto la guida di Angelo Vescovi, in collaborazione con l’Istituto Neurologico Besta, l’australiana University of Queensland, la StemGen Biotech e l’americana Johns Hopkins University. L’articolo, apparso su Nature, mostra la possibilità di fermare la crescita del gliobastoma multiforme (Gmb), una forma incurabile di tumore al cervello.
Il glioblastoma è responsabile di circa un terzo dei tumori cerebrali che colpiscono gli esseri umani, prevalentemente maschi in età matura. Il meccanismo scoperto dai ricercatori sarebbe capace di bloccare lo sviluppo di cellule tumorali nel cervello dei roditori, riuscendo così ad aumentare le loro possibilità di sopravvivenza. L’effetto è stato ottenuto trattando con particolari proteine, note come proteine morfogenetiche ossee (Bmp), alcune cellule staminali tumorali umane, poi iniettate negli animali. Sotto l’azione di queste proteine, i ricercatori hanno assistito prima all’arresto del processo di moltiplicazione delle cellule tumorali, poi alla loro trasformazione in cellule sane. Le proteine agiscono come delle chiavi in grado di attivare o disattivare i ricettori di membrana delle cellule tumorali. Lo studio mostra come le cellule staminali che danno luogo al glioblastoma sono regolate dagli stessi meccanismi che regolano le staminali sane del cervello.
Potrebbe trattarsi di un importante passo per identificare terapie mirate a colpire le sole cellule malate, senza intaccare quelle sane. Vescovi, tuttavia, è prudente nell’estendere automaticamente questi risultati agli esseri umani. Si prevedono almeno due anni prima di passare alle sperimentazioni cliniche. (m.cap.)
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