È colpa del cervelletto se sobbalziamo al “ciao” inaspettato di un amico mentre siamo concentrati in qualche attività. Secondo uno studio dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) della Fondazione Santa Lucia di Roma, è questa la parte del nostro cervello deputata a discriminare gli stimoli abituali da quelli “fuori luogo”.
La ricerca, che è durata due anni e ha coinvolto pazienti con lesioni a un solo lato del cervelletto, è stata pubblicata online dalla rivista Brain. I ricercatori hanno scoperto che questo organo, che controlla anche la precisione dei nostri movimenti, effettua una distinzione tra i segnali a cui siamo abituati o che ci attendiamo in un dato ambiente (il fischio di un treno in prossimità di una stazione), da quelli che non ci aspettiamo (uno scoppio improvviso nel pieno della notte).
“La capacità di riconoscere gli stimoli familiari da quelli nuovi o insoliti rappresenta una funzione fondamentale del sistema nervoso e coinvolge, oltre ai comportamenti quotidiani, anche quelli sociali e affettivi”, spiegano gli autori. Alla base, infatti, ci sarebbe lo stesso meccanismo che permette di capire con un solo sguardo se nel nostro gruppo di amici c’è qualcosa che non va.
La ricerca potrà apportare dei contributi per il trattamento terapeutico di patologie quali l’atassia (perdita di coordinazione muscolare), schizofrenia e autismo. (t.m.)