Scoperta l’origine dei misteriosi segnali nello Spazio

Solo pochi giorni fa abbiamo parlato di una serie di nuovi lampi radio, fast radio burst (Frb), provenienti da Frb 121102, l’unica fonte a noi nota dello spazio dove questi potenti segnali sembrano essere prodotti ripetutamente.

La loro natura è ancora un mistero, e le speculazioni su una possibile dimostrazione dell’esistenza di una civiltà aliena non sono mancate. Ora però, ne sappiamo qualcosa di più: sappiamo da dove arrivano. “Una galassia nana distante tre miliardi di anni luce dalla Terra rappresenta il luogo dove nascono questi segnali”, ha raccontato il coordinatore della ricerca della Cornell University, Shami Chatterjee, all’ultima riunione della American astronomical society (Aas). Nature ha dedicato la sua ultima copertina a questa scoperta.

Individuati per la prima volta nel 2007, solo 18 fenomeni di questo tipo sono stati rilevati finora, e si chiamano lampi radio veloci proprio per la loro natura: durano pochi millisecondi. Questa loro caratteristica li rende difficili da individuare e ancor più difficile è capire il punto esatto dell’universo da dove si originano.

La particolarità dei segnali provenienti da Frb 121102, però, è che questi si ripetono, e ciò ha aiutato i ricercatori a tracciare la loro origine. In particolare, gli indizi sono stati ricostruiti a partire dai dati ricavati dal Karl G. Jansky Very Large Array (Vla), in New Mexico, una rete di 27 radiotelescopi disposti a forma di Y allo scopo di emulare una sorta di telescopio gigantesco dell’ampiezza di alcuni chilometri.

Il fatto che i segnali provenienti da Frb 121102 siano gli unici in grado di ripetersi, però, ha portato i ricercatori a pensare si tratti di un fenomeno diverso dagli altri fast radio burst. A infittire il mistero inoltre, nonostante ora sia nota la provenienza di questi lampi radio, è stata la rilevazione di un’altra sorgente di segnali, deboli, ma persistenti, emessi nella stessa regione di spazio. In realtà la distanza tra i due tipi di segnali radio è di circa 100 anni luce, ma i ricercatori pensano che questi siano strettamente associati tra di loro, o addirittura che a generarli sia lo stesso tipo di oggetto.

Si potrebbe trattare di una piccola magnetar, una stella di neutroni con un forte campo magnetico circondata dal materiale espulso dall’esplosione di una supernova, o di una stella di neutroni estremamente densa e compatta che ruota velocemente su se stessa. Oppure di un nucleo galattico attivo (Agn) al centro di una galassia che emette getti di plasma. “Alcune caratteristiche di questi segnali radio, inoltre, sembrano associate a dei larghi buchi neri” racconta alla Bbc Heino Falcke, un esperto di fast radio burst. Altre ricerche saranno quindi necessarie per comprendere la natura di questi segnali e svelare qualcosa in più sul mistero che li avvolge.

Via: Wired.it

Mattia Maccarone

Una vocazione scientifica e una specializzazione in Neurobiologia. Fa ricerca nei laboratori del CNR con gli allievi di Rita Levi Montalcini e poi approda al Master SGP della Sapienza e alla redazione di Galileo. Collabora con Le Scienze e Mente&Cervello.

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