Vita

Il cinghiale che non ti aspetti: usa gli strumenti

Un tempo era considerata una capacità esclusiva degli esseri umani: l’utilizzo di strumenti, oggetti trovati o appositamente creati per raccogliere cibo o per altri scopi. Poi abbiamo scoperto che non eravamo i soli: scimpanzé, gorilla e altri primati, mammiferi come lontre e delfini, ma anche uccelli come corvi e pappagalli, e persino i polpi, tanti animali hanno dimostrato di essere in grado di usare strumenti per raggiungere i propri obiettivi. E ora tra loro dobbiamo annoverare anche un altro mammifero finora apprezzato per tutt’altre qualità che la sua intelligenza: il suino.

A raccontarlo per la prima volta – con un articolo su Mammalian Biology e un video diffuso dal National Geographic, sono i ricercatori della French National Institute for Agricultural Research. Il team coordinato dall’ecologa Meredith Root-Bernstein ha osservato un gruppo di suini in cattività in uno zoo parigino appartenenti a una specie originaria delle Filippine e in via di estinzione, chiamata Sus cebifrons (o cinghiale dalle verruche delle Visayas).

Dalle osservazioni, durate ben due anni, è emerso qualcosa di davvero interessante: alcune scrofe, infatti, sono state riprese mentre erano intente a utilizzare piccoli pezzi di corteccia per raccogliere foglie secche e preparare così la propria tana per accogliere la cucciolata. E non solo: dopo aver posizionato nel recito altri oggetti, delle scatole, le scrofe hanno continuato a preferire strumenti naturali come bastoncini e pezzi di corteccia, ignorando del tutto le scatole.

“L’uso degli strumenti in questi suini è particolarmente intrigante da studiare perché è una caratteristica condivisa con gli esseri umani e può mettere in evidenza una storia evolutiva comune”, ha dichiarato Root-Bernstein al National Geographic. “Queste scoperte ci fanno render conto di quanto quanto abbiamo in comune con gli altri animali”.

Riferimenti: Mammalian Biology

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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