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Tag: archeologia

Prime prove di scrittura in Asia

Un antico manufatto in pietra con simboli cesellati risalente al 2300 avanti Cristo potrebbe essere una delle prime testimonianze di un linguaggio scritto...

Caral, la culla della civiltà andina

Caral, il sito archeologico peruviano scoperto nel 1905, sarebbe uno dei centri urbani più antichi della civiltà andina. A distanza di quasi un secolo,...

Ercolano, fu morte dolce

Non tutti morirono per soffocamento. Quando nel 79 dopo Cristo il Vesuvio distrusse Pompei, Ercolano e Stabia, 300 abitanti di Ercolano cercarono rifugio all’interno di alcune costruzioni in riva al mare. Non riuscirono a salvarsi, ma probabilmente morirono senza soffrire, uccisi da un’onda di calore a 500 °C che fermò i loro organi vitali prima che si rendessero conto di cosa stava succedendo. Lo ha ipotizzato in un articolo su Nature un’équipe di ricercatori italiani che ha studiato gli scheletri disseppelliti di 80 vittime. Galileo ha intervistato Alberto Incoronato, dell’Università di Napoli Federico II, responsabile delle analisi paleomagnetiche che hanno permesso di formulare la nuova ipotesi

Gli uomini dei fiumi ghiacciati

Pietra, legno, osso, bronzo, pelle, oro. In tutto 350 reperti, rinvenuti sugli altopiani della Siberia centro-meridionale e conservati per oltre duemila anni in uno scrigno di ghiaccio. Sono le testimonianze di un mondo perduto che una mostra suggestiva e coinvolgente fa rivivere a Trieste, nelle Scuderie del castello di Miramare. Siberia – Gli uomini dei fiumi ghiacciati racconta la storia degli Sciti, un popolo di spietati guerrieri a cavallo, sciamani effemminati e abilissimi artigiani. Galileo è andato a visitarla

Quel calore mortale

La morte degli abitanti di Ercolano per l’eruzione vesuviana del 79 d.C fu immediata. E non avvenne per asfissia ma per calore: in...

Un museo per la nave di Comacchio

Autunno 1980: duemila anni dopo il suo affondamento i resti di una nave romana affiorano dal terreno a Comacchio, in provincia di Ferrara. Lunga 21 metri e larga circa sei, era carica di vasellame di lusso, oggetti di culto, olio, vino, tronchi di bosso, lingotti di piombo. Tutte mercanzie da vendere lungo il corso del Po. Ora, dopo quasi 10 anni di lavoro per riportare alla luce del sole lo scafo, e altri 10 per consolidarlo e ricomporre il prezioso carico, la nave ha pronta una sede espositiva: il Museo della Nave Romana di Comacchio. Galileo è andato a visitarlo

Timor Est ha 35mila anni

Timor Est è abitata da 35mila anni. La scoperta di un sito rinvenuto vicino al villaggio di Tutuala ha più che raddoppiato l’età cui...

Mediterraneo antico, un vaso attico a Pyrgi racconta gli scambi con...

La più antica raffigurazione del massacro dei Proci, i giovani nobili di Itaca e delle isole e territori vicini che assediavano Penelope...

Il collasso di Machu Picchu

Machu Picchu rischia di scomparire da un momento all’altro: il terreno su cui sorge l’antica cittadella Inca, a 2500 metri d’altezza sulla catena delle...

Il teatro degli antichi Elimi

I resti di un antico teatro e di un tempio, rimasti sepolti per oltre due millenni. I ricercatori del Laboratorio di topografia storico-archeologica del mondo antico della Scuola normale superiore di Pisa sono convinti che si debbano trovare presso la Rocca di Contessa Entellina, nella Valle del Belice. Sarebbero le testimonianze più importanti per ricostruire la storia degli Elimi, il misterioso popolo che fondò la città e che, secondo il mito, discende da Elimo, principe troiano e fratellastro di Enea

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