Taranto, maker e open source per cambiare aria

Taranto

Monitorare la qualità dell’aria in zone particolarmente inquinate e a rischio con un dispositivo fai-da-te e dai costi contenuti. In grado, tra l’altro, di mettere in rete tutti i dati rilevati, a disposizione della comunità scientifica. Questo il senso del progetto Aria Bene Comune, uno dei più interessanti emersi nel corso del Linux Day 2019, evento di importanza nazionale per la comunità dei maker e dei sostenitori del software libero, appena terminato a Taranto, città tristemente nota per l’inquinamento ambientale.

Un dispositio per misurare le concentrazioni di polveri sottili a Taranto

“L’idea nasce dall’esigenza di coniugare l’esperienza di making e hacking con l’impegno civico e la divulgazione”, dice Vincenzo Quaranta, membro dello Ionic Lug, associazione che ha ideato e messo a punto il dispositivo. “Abbiamo pensato che per Taranto sarebbe stato utile un progetto che favorisse la sensibilizzazione ai temi in materia ambientale e permettesse allo stesso tempo di affacciarsi al mondo degli open data, di Arduino e della prototipazione. Il dispositivo del progetto Abc misura il particolato nell’aria, precisamente le concentrazioni di Pm10 e Pm2.5. Si tratta di materia particolata, cioè tutte quelle piccolissime particelle presenti nell’atmosfera derivanti dalle attività antropiche o da sorgenti naturali come l’erosione del suolo, gli incendi, le eruzioni vulcaniche, la dispersione dei pollini e il sale marino”. La presenza dell’impianto siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) sul suolo tarantino e a ridosso del centro abitato rende il tema del particolato un problema molto sentito dalla popolazione locale: è per questo motivo che avere a disposizione un dispositivo affidabile per il monitoraggio e la condivisione dei dati sugli inquinanti può davvero fare la differenza sia in termini di salute pubblica che di ricerca scientifica.

Un progetto di civic hacking

“Il nostro dispositivo non vuole sostituire i dati ‘ufficiali’, già raccolti dall’Arpa”, dicono i membri del Lug, “le nostre finalità sono altre. Vogliamo sviluppare una coscienza critica sui problemi ambientali, favorire le analisi statistiche sui dati messi in rete, supportare i progetti di programmazione e prototipazione con esperienze comunitarie di civic hacking come questa”. Alla chiamata hanno risposto associazioni, cooperative sociali e singoli cittadini della provincia tarantina che hanno permesso di creare la prima rete civica di monitoraggio ambientale. “Il team di sviluppo sta ora pensando alla realizzazione di una piattaforma open source che permetta di ricevere e visualizzare i dati da parte dell’utente ma anche di decidere nello specifico se e dove pubblicarli. L’idea è quella di implementare sempre più il prototipo e far crescere l’ampiezza della rete così da condividere i dati anche con altre community e con altri siti che ospitano dati aperti e significativi rispetto al tema trattato. Dopo Taranto, al momento le richieste arrivano già dalle città di Lecce, Benevento e Milano”, aggiunge Quaranta.

E mentre gli sviluppatori lavorano per rendere il prototipo ABC sempre più sofisticato e preciso, aggiungendo per esempio sensori che tengono conto della direzione del vento e led che segnalano il tipo di attività che sta svolgendo lo strumento, lo Jonix Linux User Group, nato nel 2014 da un gruppo di studenti e appassionati, diventa più solido e robusto e si impegna per far sì che a Taranto si cambi aria.

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