Tbc-Hiv, i casi raddoppiano

Il numero totale dei casi di tubercolosi nel mondo sembra essersi stabilizzato e quello di nuove infezioni continua a scendere, seppur lentamente, come era stato osservato nel 2004. Ma da quando i test per l’Aids sono condotti sulla popolazione di malati di Tbc in modo più sistematico, i casi di co-infezione tubercolosi-Hiv risultano molto più frequenti di quanto si sospettasse: nel 2007, almeno una persona su quattro deceduta per tubercolosi risultava sieropositiva al test Hiv. Il doppio rispetto all’ultima rilevazione. È quanto emerge dal Global TB Control Report, realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e presentato oggi in occasione della giornata mondiale contro la Tbc (qui il link al documento e ai dati).

L’informazione sulla stretta relazione tra le infezioni, che riflette un miglioramento del sistema di raccolta dati, mette in evidenza la necessità urgente di prevenire, individuare e trattare la tubercolosi in persone con Hiv e di condurre test per il virus su tutti i pazienti con Tbc, come sottolinea Margaret Chan, Direttore Generale dell’Oms. Nel 2004 infatti, appena il 4 per cento dei pazienti con Tbc in Africa era stato testato anche per l’Hiv. Già tre anni dopo, però, il numero era salito al 37 per cento, con molte nazioni in cui s toccava il 75 per cento. Grazie a questo, nel 2007, circa 200.000 pazienti con Hiv e Tbc sono stati trattati con cotrimoxazolo per prevenire altre infezioni e 100.000 hanno ricevuto la terapia anti-retrovirale.

“Dobbiamo impedire che le persone con Hiv muoiano di tubercolosi”, ha dichiarato Michel Sidibe di Unaids (il programma delle Nazioni Unite contro la malattia): “Garantire un trattamento combinato per entrambe significa salvare vite”. Per l’Oms, la confezione Hiv-Tbc e la Tbc resistente ai farmaci rappresentano le sfide più difficili del prossimo futuro. Sappiamo, per esempio, che ci sono almeno 500.000 persone con Tbc farmaco-resistente, ma solo l’1 per cento di queste riceve le cure raccomandate dalle linee guida dell’Oms.

Purtroppo a gravare su questa situazione c’è anche la crisi finanziaria mondiale: i fondi necessari a raggiungere l’obiettivo fissato per il 2009 dal Piano globale di intervento contro la Tbc sono già in deficit di 1,5 miliardi di dollari. (r.s)

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