Negli atenei italiani, i docenti under 40 sembrano essere una rarità. Lo aveva osservato l’Annuario Scienza e Società 2011, secondo cui nel nostro paese solo 16 professori su 100 hanno meno di 40 anni. E lo conferma, almeno in parte, l’esperienza dei lettori di Galileo: il 29,41 % di quanti hanno risposto al nostro sondaggio non ha mai incontrato, nel suo percorso universitario, docenti men che sessantenni. E quando invece questo è avvenuto (nel 40,29 % dei casi), si trattava non di docenti in ruolo, bensì di giovani ricercatori in attesa di concorso. Tuttavia, non tutti sentono di dare valore negativo ai dati dell’Annuario: per il 30,29 % di chi ha risposto al sondaggio, quello dell’età non è un giusto criterio per valutare la qualità didattica del docente.
Ci vorrebbe una bella rotazione tra docenti e ricercatori.
Proprio per il fatto che l’età non è un giusto criterio per valutare la qualità didattica del docente, si deve evitare di far insegnare a qualcuno che per anni e’ stato incompetente, quanto si deve dare l’opportunita’ di far insegnare a persone piu’ capaci.
Inoltre, il ritorno alla ricerca pura di alcuni insegnanti darebbe loro la possibilita’ di riallinearsi allo stato attuale della materia insegnata. Ci sono troppi dinosauri attaccati a vecchi metodi. Rotazione, inoltre, non significa rottamazione!