Categorie: SaluteSocietà

Testare il rischio dermatite senza animali

Alternative ai test di laboratorio che utilizzano animali sono spesso invocate da chi si batte contro la sperimentazione animale, ma la realtà è che quelle disponibili sono ancora poche. La ricerca in questo campo però è viva e, forse non con la velocità che vorremmo, continua a dare frutti. Lo dimostra un nuovo metodo, chiamato Human Cell Line Activation Test (o h-Clat), che ha da poco ricevuto la validazione del Jrc (organismo scientifico indipendente della Commissione Europea), che ne ha raccomandato l’utilizzo per identificare sostanze chimiche che possono dare luogo ad allergie cutanee, un problema di cui si stima soffra circa il 20% della popolazione Europea.

A sviluppare il metodo h-Clat sono stati i ricercatori dell’Ecvam (European Union Reference Laboratory for Alternatives to Animal Testing), il laboratorio del Jrc dedicato interamente allo sviluppo di metodi sperimentali alternativi che non prevedano l’utilizzo di animali.

Il nuovo test serve a identificare le sostanze chimiche che provocano la dermatite allergica da contatto, una delle forme di infiammazione allergica più comuni. Fino ad oggi questo genere di analisi prevedevano l’utilizzo di animali, in prevalenza topi e porcellini d’india, mentre l’Ecvam raccomanda oggi l’utilizzo dell‘h-Clat in un contesto di analisi integrata che comprende dati provenienti da altri tipi di test senza animali, e previsioni computerizzate (i cosiddetti metodi in silico).

L’obbiettivo dell’Ecvam è ora quello di promuovere la discussione sull’utilizzo dell’h-Clat presso l’Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd), l’organismo che stabilisce linee guida, condivise a livello internazionale, sui test che vengono utilizzati in ambito governativo, industriale e di laboratorio, per determinare la sicurezza delle sostanze chimiche.

Riferimenti: https://ec.europa.eu/jrc/en/news/reducing-animal-testing-for-skin-allergies

Riferimenti: via Pixabay

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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