Categorie: Società

4 marzo, festa della ricostruzione a Città della Scienza

Se lo scorso anno non era stato possibile, se non cancellare, per lo meno sostituire il ricordo delle fiamme che distrussero il parco scientifico con la firma dell’accordo per la ricostruzione – e quindi guardare al futuro senza dimenticare il passato – quest’anno il 4 marzo per Città della scienza avrà un sapore del tutto diverso. La grande festa della ricostruzione di oggi si apre con la consapevolezza che qualcosa per il futuro del polo di Bagnoli si sta finalmente e decisamente muovendo.

È di appena qualche giorno fa infatti la conclusione della prima fase del concorso per la costruzione del nuovo Science Center,andato distrutto nella notte tra il 4 e 5 marzo del 2013 da un incendio doloso. La commissione presieduta dal direttore del polo Luigi Amodio ha infatti selezionato i 15 progetti tra i 98 pervenuti da tutto il mondo tra cui verranno quindi scelti, a maggio, i primi tre classificati. Solo dopo sarà possibile allestire i cantieri per la ricostruzione e, da programma, attendere altri due anni e mezzo. Costo stimato: 50 milioni di euro, 33 dei quali stanziati dal governo e con alcuni fondi raccolti anche dalla Fondazione Idis che gestisce il polo scientifico.

L’annuncio della conclusione della prima fase del concorso fa solo da cornice alla grande festa della ricostruzione in programma a Città della scienza. Per tutta la giornata infatti laboratori, mostre, incontri per studenti, ricercatori, makers, startupper e spettacoli si susseguiranno a Bagnoli (qui tutte le informazioni e il programma), oltre all’inaugurazione della mostra Messa a fuoco: una carrellata di foto scattate da Antonio Biasiucci, Fabio Donato, Mimmo Jodice e Raffaela Mariniello che hanno ripercorso, di giorno e di notte, i luoghi devastati dalle fiamme.

Ma se lo spirito sì è quello di guardare avanti e puntare alla ricostruzione, quello che è successo il 4 marzo di due anni fa non va dimenticato, a maggior ragione ancora oggi che non si conoscono i colpevoli e le indagini sono ancora in corso (non senza polemiche).

Le fiamme mandarono in fumo 12mila metri quadrati di capannoni del polo scientifico sorto nell’ex area industriale Italsider e nato da un’idea di Vittorio Silvestrini. Un polo riconosciuto in tutta Europa, annoverato tra le cento eccellenze italiane, visitato da 350 mila persone ogni anno e insignito di prestigiosi titoli, da quello di miglior museo scientifico europeo al miglior incubatore d’impresa. Un polo ricoperto dal fuoco che, poco dopo le nove di quel lunedì (giorno di chiusura) del 4 marzo di due anni fa, si alzò da quattro dei sei capannoni del complesso, a partire da diversi focolai (fatto che, insieme alle tracce di benzina, testimoniano la natura dolosa dell’incendio, appiccato da parte di qualcuno molto probabilmente arrivato dal mare di fronte all’area di Bagnoli). Ad arrivare sul luogo i vigili del fuoco impiegarono 6 minuti. Ma ci sarebbero volute 13 ore a domare le fiamme.

Credits immagine: Città della Scienza
Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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